Latina, il Comune vara il ripristino delle isole di fitodepurazione per non perdere i fondi Plus

Canale Colmata
di Andrea Apruzzese
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Mercoledì 8 Febbraio 2017, 22:44
Alla fine sarà un costo di 50mila euro, ma le prime opere da compiere dovranno essere parziali, per poterle realizzare in tempi utili da non incorrere nell’infrazione della Regione Lazio, e non dover restituire il finanziamento Plus. Il Comune di Latina ha finalmente pubblicato la determina per la gestione e manutenzione delle isole flottanti sul canale Colmata (un totale di 20mila piante acquatiche che assorbono metalli pesanti disciolti nell’acqua e altri inquinanti, messe a dimora su materassi di terriccio sorretti da strutture galleggianti, per un totale di 680 isole, lungo 1 chilometro, tra via Egadi e via Capraia). Un’iniziativa sviluppata nell’ambito del più ampio progetto di fitodepurazione che comprende anche il laghetto di finissaggio alle spalle del depuratore di Acqualatina di Foce Verde e il sistema di monitoraggio della qualità delle acque dei canali. L’intervento era stato completamente realizzato e collaudato nel settembre 2015, ma, a causa di mancata gestione e manutenzione, era finito in abbandono. Con il sopralluogo dei tecnici della Regione nell’autunno scorso, erano partite le procedure che avrebbero portato all’infrazione e alla restituzione di 1,2 milioni di euro ricevuti. Le isole non sono infatti operative, in parte perché infestate da altre piante, in parte perché le piante fitodepurative erano state mangiate dalla fauna locale, in parte perché, rotti gli argini, le isole erano anche finite contro gli argini dei ponti sui canali. E perché tutto questo? «Invero - spiega il progetto di ripristino - era prevista la manutenzione per due anni, ma i termini rigidi e perentori imposti dalla Regione per la conclusione dei lavori e per la liquidazione delle somme hanno impedito di proseguire il rapporto contrattuale con l’affidatario». Ecco quindi che ora bisogna ricominciare tutto daccapo, visto che «l’85% delle isole risulta disancorato e alla deriva». Isole che ora vanno tutte tirate in secca e riportate al vivaio, verificate, pulite, ripristinate, rimesse in acqua, ancorate di nuovo; soprattutto, vanno ripuliti, da piante infestanti, anche i margini dei canali (servizio da richiedere al Consorzio di Bonifica). Dopodiché, il sistema andrà gestito. Tutte operazioni che «non risultano compatibili con il termine imposto dalla Regione Lazio per la piena e completa funzionalità dell’opera, né con il limite economico (40mila euro) fissato per l’affidamento del servizio. Ne consegue la necessità di ridimensionare e ridefinire le operazioni, ferma restando la necessità di avere un’opera pienamente funzionale entro il 31 marzo, e di programmare ulteriori attività da attuare in fasi successive, finalizzate alla completa efficienza del sistema».
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