Nonostante gli studi dell’Università della Tuscia, il fungo patogeno continua a proliferare tra chi ne approfitta per fare illegalmente legna facile e chi resta a guardare. Dal 2009, infatti, essa fa parte del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi ma da allora la situazione è soltanto peggiorata. Dopo le denunce di Legambiente e di altri sodalizi verdi, sulla questione interviene anche “Sughereta Villa San Vito” che da anni si adopera per la promozione e la tutela del territorio.
«E’ semplicemente una vergogna – fanno sapere dall'associazione – che la più grande sughereta del Lazio, nonché la seconda in Italia, sia ridotta in questo stato. Quello di cui disponiamo è un bene di inestimabile valore e se resteremo ancora con le mani in mano presto andrà perduto». Il riferimento è anche al protocollo sottoscritto lo scorso anno tra il sodalizio oggi guidato da Ilaria D’Ambrosio e il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi per la tutela della sughereta che però, per motivi burocratici e organizzativi, ancora non è entrato in vigore.
«L’auspicio – concludono – è che l’accordo diventi operativo al più presto e che il confronto con i vertici dell’area protetta possa essere sempre più proficuo per il bene del nostro preziosissimo territorio».
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