La data è trascorsa e il saldo dell’operazione di “salvataggio” della società per mantenere il titolo, spalmare i debiti sportivi con la Lega, realizzare un progetto che coinvolgesse l’intera provincia e diventasse un modello in Italia e in Europa non è arrivato. I 648.000 euro sono stati attesi invano dai curatori fallimentari. In teoria il termine scadeva a mezzanotte, restava un sottile filo di speranza. Sottilissimo. Bastava una posta certificata arrivata prima del termine, con l’indicazione (certa) del pagamento per concludere una vicenda tutt’altro che edificante.
Invece il pagamento non è arrivato e a quanto sembra Mancini non risponde nemmeno più ai suoi collaboratori.
E adesso? Nuovi esperimenti d’asta - ai quali difficilmente si presenterà qualcuno - o l’ipotesi di una nuova cordata di imprenditori che possa fare una nuova società e chiedere di ripartire dalla serie D. Per come si sono messe le cose, forse il male minore.
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