Demanio, conto choc per la Casa del combattente

Demanio, conto choc per la Casa del combattente
di Monica Forlivesi
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Martedì 19 Luglio 2016, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 11:39
La Casa del combattente di piazza San Marco è uno dei simboli della città di fondazione. Disegnata da Oriolo Frezzotti, guarda al di là della piazza il museo Cambellotti, entrambi esempi di architettura razionalista. Nel dicembre 2013 quando stava per lasciare questa vita uno degli ultimi custodi di quel rettangolo avvolto dal travertino, Luigi Casalvieri, 97 anni, espresso un desiderio: che il Comune si adoperasse per far riaprire la Casa del combattente, allora inagibile per il crollo del cornicione. Fu così, di lì a qualche mese venne riaperta e tornarono in quelle stanze le otto Associazioni Combattentistiche e d'Arma che in quell'edificio custodiscono da decenni il Labaro e i loro ideali, con un unico scopo: trasmettere i loro valori fondamentali, la difesa delle Patria e delle istituzioni. Ora i volontari rischiano di restare senza casa, sfrattati da un affitto lievitato del 578%. Il conto choc è arrivato dall'Agenzia del Demanio, proprietaria dell'edificio. Per loro, che per le piccole spese danno un contributo di 7 euro al mese, la richiesta è di oltre 115.000 euro per gli ultimi tre anni. Non solo: i contratti sono scaduti da decine di anni, il Demanio non si è mai preoccupato di rinnovarli e l'edificio è stato lasciato nell'abbandono totale, se non fosse per gli interventi, volontari e autotassandosi, delle associazioni.

L'antefatto. Nel 2013, dopo la morte di Casalvieri, subentrano come presidente dell'Istituto Nastro Azzurro Stefano Millozza, e come segretario provinciale Giuseppe Gaeta. E' quest'ultimo che non vedendo arrivare dal Demanio alcun avviso o bollettino di pagamento si preoccupa e lo richiede. Inizia a controllare le carte e trova il vecchio contratto di affitto, risale al 1972 ed è scaduto nel 75, da allora al Demanio viene pagata una somma per l'occupazione sine titulo. Fino al 2012 il Nastro Azzurro per una stanza ha pagato 870 euro ogni 5 anni. Gaeta sollecita il Demanio, chiede di regolarizzare il contratto, anche per poter usufruire dei benefici destinati alle associazioni senza fine di lucro. Dal maggio 2014, dopo ripetute mail e raccomandate, la prima risposta arriva nel settembre 2015, con la richiesta di pagare a tutte le associazioni una cifra lievitata: 4.094 euro per tre anni, questo al Nastro Azzurro, chi ha due stanze paga ovviamente il doppio. Tutto senza regolarizzare il contratto. Mesi di attesa e di raccomandate fino all'epilogo del 5 luglio scorso: la richiesta di pagare ulteriori 55.000 euro per la sala comune. Insomma 115.000 euro complessivamente.

«Una situazione incredibile - dicono presidente e segretario - siamo dei volontari, ci trattano come se avessimo sfondato la porta e occupato. Ci siamo sempre fatti carico delle spese gestionali, ma di fronte a questi canoni impazziti non possiamo stare con le mani in mano». E così tutte e otto le associazioni insieme hanno scritto nei giorni scorsi una lettera al Prefetto Pierluigi Faloni, al presidente della Provincia e al sindaco di Latina. Chiedono una soluzione congiunta per far desistere l'Agenzia del Demanio da una così vergognosa decisione. Chiedere questa somma corrisponde ad allontanare prepotentemente dalla Casa del Combattente associazione che sono lì da sempre per fini nobili e patriottici, senza alcun profitto. In alternativa chiedono di studiare una collocazione in altre strutture cittadine.