La cosa fondamentale è dotare il personale degli strumenti idonei per potersi tutelare quando sono in servizio o mentre svolgono volontariato. «Precisiamo continua - che durante ogni giornata di donazione vengono messe in atto tutte le precauzioni necessarie, dotando dei Dpi gli operatori, sanificando gli ambienti prima e dopo ogni giornata di raccolta, controllando all'ingresso i parametri di temperatura di tutte le persone che circolano all'interno. Questo limita notevolmente i rischi, insieme alle rigide procedure di pre-triage e l'esclusivo accesso di donatori su prenotazione. In questa fase ci teniamo a non creare allarmismi ribadisce Marchionni - la donazione è un atto sicuro e 1800 persone in Italia ogni giorno ne necessitano per vivere. Inoltre, da fonti del Ministero della Salute e dell'ISS non c'è alcuna certezza scientifica che il virus si trasmetta per via trasfusionale». E infine i test anche per i donatori: «Sarà importante conclude - poter ragionare a livello regionale sull'attivazione dei test sierologici anche sui donatori, oltre che ad effettuare il tampone su tutti gli operatori sanitari, cosa di cui già Avis Lazio ha fatto richiesta alla Regione, per non dover subire queste misure preventive che siamo stati costretti ad attivare». L'attenzione resta alta, la tutela di chi dona è prerogativa fondamentale per poter aiutare chi ha bisogno di sangue.
Raffaella Patricelli
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