Il 25 aprile ai tempi del Coronavirus, cerimonie e confronti sulle piazze virtuali

Il sindaco di Latina, Damiano Coletta, al monumento ai caduti
di Giovanni Del Giaccio
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Domenica 26 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 08:02

Il 75° anniversario di una ricorrenza storica che passerà, a sua volta, alla storia per essersi svolta ai tempi del Coronavirus. L'anniversario della liberazione, il 25 aprile, di questo 2020 nessuno lo avrebbe immaginato così. Ma alla fine non sono mancate le iniziative. I sindaci sono andati, da soli, a deporre corone d'alloro ai monumenti ai caduti del territorio della provincia e trasmesso sulle pagine social istituzionali le dirette.

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Dal Comune di Latina, invece, il dibattito a distanza tra l'assessore Silvio Di Francia e lo storico Umberto Gentiloni (foto sotto) Un confronto al quale era atteso anche il giornalista Gad Lerner, autore del libro "Noi partigiani", ma ai tempi del web 4.0 c'è stato un problema tecnologico ed è saltata la registrazione realizzata poco prima.

«Parliamo ormai di resistenze - ha detto Gentiloni - chi ha fatto scelte di vita, andando  in montagna da partigiano e tante diverse forme di resistenza sulle quali insistito per capire cosa è successo in quei due anni,sono le resistenze della quotidianità, gesti non da eroi, un insieme di resistenze in apparenza marginali ma che ci consentono di  ricostruire al meglio il cammino che porterà alla costruzione della Repubblica. Quelle note e quelle  sommerse, di resistenze, non sono  in alternativa ma ci consentono di valorizzare il 25 aprile come la storia che abbiamo conosciuto fino a oggi»

Singolare che l'evento si sia celebrato - benché "virtualmente" - in una città fondata dal Fascismo, sconfitto proprio dalla resistenza e archiviato il 25 aprile del 1945. L'assessore Di Francia ha fatto riferimento alle divisioni che ancora esistono, a chi parla di coloro che avevano scelto di stare da un'altra parte.

«Questa è una ricorrenza a carattere inclusivo - ha aggiunto Gentiloni - in tanti immediatamente dopo il 25 aprile dimostrarono grande  apertura verso chi aveva fatto la scelta di essere dall'altra parte e che grazie alla vittoria dei valori della democrazia e della solidarietà, permette allora come oggi a chi la pensa diversamente di essere cittadino del nostro Paese». 

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