Tar: ok all'ampliamento della Rida, batosta per il Comune

Tar: ok all'ampliamento della Rida, batosta per il Comune
di Stefano Cortelletti
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Luglio 2022, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 11:06

La Regione non ha commesso alcuna illegittimità nel dare il via libera a Rida Ambiente alla realizzazione di una nuova area di stoccaggio dei rifiuti in zona agricola a ridosso dell'impianto di trattamento meccanico biologico in via Valcamonica ad Aprilia. Lo ha deciso il Tar del Lazio respingendo il ricorso presentato due anni fa dal Comune di Aprilia. Una batosta per l'amministrazione Terra, che due anni fa aveva impugnato la determinazione con la quale il 6 luglio 2020 la Regione Lazio aveva approvato una modifica dell'autorizzazione integrata ambientale sull'impianto di trattamento rifiuti di Aprilia.

Secondo i giudici, «l'aumento degli stoccaggi non incide sui valori soglia», e, quindi, ai fini dell'autorizzazione integrata ambientale, la variante effettuata non è sostanziale. Per il Comune, invece, tale ampliamento avrebbe dovuto passare attraverso un procedimento volto alla valutazione ambientale strategica. Tesi non accolta dai giudici, che fanno notare come «la variazione della destinazione interessa un'area pari allo 0,03% del territorio comunale e tale zona risulta interclusa da impianti industriali».

«La difesa regionale si legge nella sentenza chiarisce che è stato avviato un complesso procedimento volto ad accertare la sussistenza delle pretese irregolarità, nel corso del quale, peraltro, la società avrebbe dimostrato la piena correttezza del proprio operato».

Non solo: la Regione ha giustificato l'autorizzazione con «le difficoltà di reperire impianti di destinazione, utili al recupero del css prodotto dalla società, e l'area già destinata era quasi completamente occupata e satura». Il css è un combustibile solido derivato dalla lavorazione dei rifiuti, che sulla base di specifiche caratteristiche chimiche cessa di essere rifiuto divenendo un combustibile a tutti gli effetti. La preoccupazione del Comune era che aumentasse il traffico di camion nella zona, peraltro priva di servizi. Sono stati gli stessi giudici a tranquillizzare: «non essendo autorizzato alcun aumento dei rifiuti in ingresso, la verifica sulla viabilità degli accessi esistenti non è necessaria in quanto il quantitativo dei mezzi in transito è il medesimo sia in uscita che in entrata». E infine: «Dall'esame degli elaborati progettuali emerge sia che l'opera da realizzare non presenta caratteristiche tali da comportare notevoli ripercussioni negative sull'ambiente, sia la sua necessarietà causata dall'impossibilità di esportazione dei rifiuti imballati, dovuta dalla pandemia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA