Aggressioni al pronto soccorso: «Basta far west, serve il posto di polizia»

Aggressioni al pronto soccorso: «Basta far west, serve il posto di polizia»
di Mirko Macaro
3 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Marzo 2023, 11:56

«Vogliamo un posto di polizia o almeno una guardia armata, è sotto gli occhi di tutti che anche quest'ospedale è a dir poco insicuro». Quasi «una terra di nessuno» in cui spesso e volentieri i malintenzionati hanno vita facile, mentre utenti e soprattutto operatori sanitari vivono nella costante apprensione. Senza mezzi termini: al San Giovanni di Dio in molti si sentono in pericolo. Un'atmosfera pesante da anni e che continua a incancrenirsi, tornando puntualmente sotto i riflettori in concomitanza con ogni nuovo episodio da "bollino rosso".

L'ultimo a metà della scorsa settimana, quando un uomo ha fatto irruzione al pronto soccorso spalancando la porta del triage con un calcio, lanciato una sedia e messo ko con un pugno lo schermo del triage, intervallando il tutto con minacce al personale. Il motivo? «Ormai lo sanno tutti, nel vaccino anti Covid ci sono silicio e grafene», gridava mentre accusava i malcapitati dei presunti effetti collaterali manifestati dalla moglie dopo la somministrazione. Di certo, dicevamo, non l'unico episodio indicativo. Mettendo da parte il degrado dai clochard che vivono nel parcheggio a quelli che "pernottano" al pronto soccorso, passando per i tossicomani siringa alla mano - minacce, aggressioni e furti continuano a ripetersi. «Circa un mese fa, in serata, uno straniero in stato di alterazione psicofisica ha provato a forzare la porta del laboratorio analisi, dove c'era solo una dottoressa», raccontano tra i corridoi dell'ospedale. «Se non fosse stato fermato in tempo, chissà cosa sarebbe potuto succedere.

Bisogna garantire più sicurezza, lo chiediamo da anni. C'è il rischio che prima o poi ci scappi il morto».

Ad oggi il San Giovanni di Dio, come pure il vicino Fiorini di Terracina, con cui costituisce il presidio ospedaliero Centro, è sorvegliato dalle 6 di sera alle 9 del mattino da un solo vigilante, non armato. Un servizio di guardiania ritenuto in entrambi i casi insufficiente, con personale sanitario e sindacati che puntualmente tornano a battere sulla carenza di sicurezza invocando un posto di polizia, o in alternativa vigilantes muniti di pistola. Finora non è cambiato nulla, eppure qualcosa potrebbe muoversi nei prossimi mesi. A breve, infatti, alla postazione di pubblica sicurezza del Goretti di Latina sarà affiancata quella di prossima attivazione presso l'ospedale di Formia, prospiciente il pronto soccorso. Un servizio h24 che oltre ad innalzare la sicurezza del Dono Svizzero potrebbe portare a un effetto domino con ricadute positive sul presidio Centro: col nosocomio formiano vegliato dai poliziotti, l'Asl sta valutando la possibilità di canalizzare verso gli ospedali di Fondi e Terracina tutte le risorse economiche destinate alla vigilanza privata, finora divise per tre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA