Appalti pilotati tra Cisterna e Anzio, filone dell'inchiesta Touchdown si sposta a Velletri

La conferenza stampa dell'operazione Touchdown
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Lunedì 18 Marzo 2019, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 12:18
Si sposta al Tribunale di Velletri un filone dell'inchiesta Touchdown che decapitò l'amministrazione comunale di Cisterna al termine di un'inchiesta dei carabinieri conclusa l'11 dicembre del 2017 con l'esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare.

Una parte dell'indagine, infatti, riguardava l'appalto per la gestione del verde pubblico ad Anzio e coinvolgeva l'imprenditore di Cisterna Raffaele Del Prete e l'ex assessore all'ambiente della città neroniana, Patrizio Placidi. A Latina Del Prete ha patteggiato la pena, il 2 aprile il giudice per le indagini preliminari di Velletri deciderà se rinviarlo o meno a giudizio per le accuse - in concorso con l'esponente politico - in indebita induzione e turbata libertà degli incanti. Coinvolto nella vicenda anche l'ex dirigente dell'area ambiente del Comune di Anzio, Walter Dell'Accio, che però venne scarcerato subito dopo l'operazione.

A Placidi e Del Prete viene contestato, di fatto, un accordo per la gara del servizio di manutenzione del verde, parchi e giardini del centro storico e di Villa Adele. L'allora assessore avrebbe promesso un aumento di 25.000 euro alla Sia - azienda che faceva riferimento a Del Prete - ampliando l'appalto in cambio dell'assunzione di quattro operai. Il tutto mentre gli investigatori intercettavano l'imprenditore per le vicende di Cisterna. L'appalto venne ampliato e le assunzioni ci furono, nonostante Del Prete avesse manifestato con i suoi collaboratori e con un altro imprenditore di Anzio la volontà di «ammazzare Placidi» politicamente, puntando su un altro ex assessore, Alberto Alessandroni, per le successive elezioni.

Del Prete, del resto, rispondendo allo stesso Placidi in più occasioni aveva detto di essere in campagna elettorale a Terracina, dove si votava per il rinnovo del Consiglio comunale.
L'imprenditore di Cisterna, comunque, stando alle carte dell'indagine respinse la proposta di Placidi di fare una cordata con un'azienda indicata dallo stesso politico: «Perché dobbiamo stare ad aprire ad altri - dice in una delle intercettazioni con il socio - se è una cosa nostra? Quel cantiere è blindato». Gli investigatori annotavano, scattarono gli arresti, ora c'è un nuovo passaggio dal gip.
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