Addessi su mafia e asta: «Il Mof
vittima della giustizia lenta e inefficiente»

Enzo Addessi amministratore delegato Mof Spa e amministratore unico Imof
di Barbara Savodini
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Giovedì 30 Luglio 2015, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 10:54
FONDI - Il Mof vittima dei tempi della giustizia. A fare chiarezza su due questioni che si sono abbattutue come un tornado sul mercato, a distanza di pochissimi giorni l’una dall’altra, è l’amministratore delegato Enzo Addessi.



Il contenzioso con IBM, che a inizio del mese di luglio ha fatto finire parte del mercato ortofrutticolo di Fondi all’asta, sarebbe infatti sorto dal pessimo lavoro svolto dalla società tanto da costringere il Mof a chiedere “una risoluzione contrattuale urgente per inadempimento di IBM”.



«Il tribunale di Roma – ha precisato Addessi – dopo aver acquisito un accertamento tecnico ed una perizia entrambi favorevoli alla Imof, sta ora decidendo nel merito dell’annullamento e di un risarcimento danni a nostro favore di 2,2 milioni di euro».



A frapporsi tra il mercato ed il risarcimento, prima un decreto ingiuntivo emesso, nonostante il caso pendente, dal tribunale di Latina, poi il cambio in sequenza di ben tre giudici tanto che la sentenza definitiva è stata fissata a febbraio 2017.



«I nostri legali – ha poi aggiunto lo stesso - hanno comunque già presentato i debiti ricorsi nelle dovute sedi per fermare questo scempio, di cui IBM sarà in ogni caso chiamata a rispondere per i maggiori e ben più consistenti danni». Quanto alla malavita Addessi ha invece dichiarato di essere stato tra i primi a denunciare la comparsa della ditta “La Paganese” nel lontano 1999 alla tenenza dei carabinieri di Gaeta e alla prefettura di Latina ma, da quel giorno all’operazione “Sud Pontino”, sarebbero passati altri 10 anni.



«Nel processo scaturito dall’operazione in questione – ha voluto ricordare Addessi - il Mof e gli operatori sani si sono costituiti parte civile. Nel 2012 il giudice Antonio Cairo del Tribunale di Napoli ha riconosciuto il mercato parte lesa con diritto al risarcimento dei danni». Per Addessi, in sostanza, la responsabilità dell’accaduto sarebbe in parte della giustizia che consente a soggetti come i D’Alterio di entrare ed uscire dal carcere «senza che nessuno butti mai la chiave. Così gli stessi ritornano “sul luogo del delitto” per essere poi nuovamente arrestati consentendo a chiunque di poter ripetere ancora che Mof è uguale malavita. Ma se la vittima denuncia, come gli operatori sani fanno da sempre, non può poi essere accomunata al carnefice».