Yara, i criminologi: omicidio sessuale
Le ricerche nel campo furono superficiali

Yara Gambirasio, promessa della ginnastica
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Lunedì 28 Febbraio 2011, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:08
ROMA - Yara stata uccisa con sei coltellate e ha lottato con il suo assassino prima di essere uccisa. Ma gli elementi determinanti per aiutare gli inquirenti ad arrivare alla cattura dell’orco, arriveranno solo dall’autopsia prevista per oggi e dai successivi esami chimici e biologici. L’esame autoptico permetterà anche di stabilire se il corpo della ragazzina è stato abbandonato in un campo incolto ai margini del comune di Chignolo D’Isola (Bergamo) oppure se è stato trasportato recentemente.



L'autopsia effettuata nell'Istituto di medicina legale di Milano. Oltre ai medici legali, all'esame autoptioco partecipa anche l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, che in passato si è occupata degli omicidi delle cosiddette Bestie di Satana e del caso di Elisa Claps. Dall'esame medico-legale (iniziato appena dopo le 14,30) si attende la conferma di quanto trapelato ieri ossia che sul corpo di Yara, l'assassino, o gli assassini, abbiano infierito con almeno sei coltellate. Segni che per essere evidenziati debbono aver necessariamente scalfito le ossa della ragazzina, dato che non potrebbero aver lasciato tracce sui tessuti in decomposizione. Dall'autopsia gli inquirenti attendono anche di sapere se l'aggressione mortale sia state preceduta da una violenza sessuale.



In quel campo ricerche superficiali. Nel campo del ritrovamento le ricerche sono state compiute, ma secondo indiscrezioni non in modo particolarmente approfondito. Il particolare emerge dagli accertamenti degli inquirenti che devono capire esattamente chi abbia condotto le ricerche nell'area, in quale data e con quale metodologia. «Non si tratta di gettare la croce su nessuno, sia ben chiaro», dice un investigatore. Ma il particolare è fondamentale per capire se Yara possa essere stata abbandonata lì da tempo o più di recente.



Le ricerche furono condotte il 12 dicembre, da parte di un gruppo di circa 15 persone che in quella giornata si occupò delle zone di Bonate Sopra (l'area del tiro al piattello), Terno D'Isola (le aree adiacenti il cimitero) e Chignolo D'Isola (la zona di via Bedeschi - quella in cui è stato trovato il cadavere). Il gruppo comprendeva dieci volontari della Protezione Civile, due carabinieri e almeno un'unità cinofila, e si sarebbe diviso in due diverse direzioni: una che portava verso un'area di alberi ad alto fusto, alle spalle del campo dove sono stati trovati i resti, e una verso un torrente che scorre parallelo allo sterrato.



La testimonianza di ieri di un operaio della vicina ditta Rosa & C., che aveva dichiarato di aver partecipato con alcuni colleghi a una ulteriore ricerca spontanea in quel campo, è stata meglio precisata oggi: i dipendenti dell'azienda hanno sì organizzato una ricerca decisa concordemente con il titolare, prima del 12 dicembre, ma in quella occasione si sarebbero recati a cercare nell'area che dai capannoni industriali della fabbrica degrada verso il torrente adiacente. Un'area, quindi, a lato del campo. Non è esclusoche qualche operaio abbia deciso di proseguire fino alla zona in cui sono stati trovati i resti ma il grosso delle ricerche è stato effettuato in un altro posto.



Gli investigatori della Polizia danno molta importanza alle telecamere di sorveglianza dell’azienda proprietaria del campo e di quelle di tante altre ditte dal momento che tutta la zona è video sorvegliata. Ma sarà importante anche verificare i dati registrati dalla cella telefonica che copre il campo di Chignolo d’Isola. L’accertamento ha uno scopo preciso: individuare tutti i telefoni che si sono agganciati alla cella di Chignolo la sera del 26 novembre e nei giorni seguenti.



Indagini sui frequentatori della vicina discoteca. Nelle attenzioni degli inquirenti è entrata anche la grande discoteca Sabbie mobili, che si trova a poco più di cento metri dal campo incolto. Il locale concentra le sue serate soprattutto nel fine settimana e attira centinaia di giovani. Secondo i residenti via Bedeschi viene frequentata da molti ragazzi che si appartano al limitare dei campi. «Qui gira brutta gente la sera - dice un passante - in molti si drogano e quindi è diventato un posto insicuro, lo sanno tutti».



Mentre gli investigatori non si sbilanciano sul possibile movente dell’uccisione, i criminologi sembrano tutti d’accordo: è di natura sessuale, un delitto compiuto da qualcuno che, dopo essere stato respinto dalla piccola Yara, non sarebbe stato in grado di controllare la rabbia, fino ad uccidere la ragazza.



«Non avrei mai voluto vedere quello che ho visto». «Fatico a esprimere a parole quello che ho visto. La notte non ho dormito, sono molto scosso». È quanto racconta Ilario Scotti, l’uomo che verso le 15.30 di sabato ha trovato il corpo della piccola Yara. «Pensavo di trascorrere un tranquillo pomeriggio di distensione dedicandomi al mio passatempo preferito - ha detto - e invece ho trovato qualcosa che nessuno avrebbe mai voluto trovare. Quello di Chignolo d’Isola è un prato dove vado, perchè lì non do fastidio a nessuno. Quel che è successo è frutto soltanto del caso, un caso fortuito. Stavo provando un modello a cui avevo fatto delle modifiche - racconta l’uomo - e lo stavo verificando. L’aereo ha compiuto una traiettoria anomala, non volava bene, così lo ho fatto scendere nel campo, per evitare che cadesse e si rompesse, con danni maggiori».



«Quindi - aggiunge - mi sono addentrato nel campo per recuperare il modellino. Quando lo ho trovato, a circa un metro, un metro e mezzo di distanza ho notato qualcosa, fra le sterpaglie. La prima impressione è di aver visto un mucchio di stracci buttati lì da qualcuno. Ma appena mi sono reso conto che era una persona, non ho esitato e ho subito chiamato il 113».



La preside della scuola di Yara: unica consolazione che adesso i genitori sanno dove incontrarla. Suor Carla Lavelli, preside della scuola di Bergamo che frequentava Yara Gambirasio nella giornata di ieri ha sentito al telefono i genitori della ragazzina ai quali ha dato il suo conforto: «Abbiamo parlato pe run po’ - ha detto la religiosa - poi nel dolore atroce, umanamente impossibile da sostenere c’è adesso la certezza di sapere dov’è Yara e questo può essere per loro una consolazione». «Ora almeno sanno - ha concluso la preside - dove poterla trovare e incontrare».



Fiori sul banco di Yara. Un mazzo di fiori sul banco vuoto e ancora tanti messaggi d’affetto. Così questa mattina i compagni di Yara Gambirasio hanno voluto ricordare la tredicenne. Ad accogliere alunni e genitori all’entrata della scuola media delle Orsoline, sotto una pioggerella autunnale, c’era la preside, suor Carla Lavelli: «Ci troviamo a gestire un lutto - ha detto - ad imparare ad affrontare la morte, la nostra e quella di Yara. Dobbiamo convincerci che fa parte della nostra vita».
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