Vacanze per bambini, tornano le colonie estive: il mare a portata di tutti. Il progetto per recuperare i vecchi stabilimenti

A ripensare le colonie, cercando di dare loro una nuova giovinezza, ora è la Regione Emilia Romagna, che con il Comune di Rimini e altri centri della costa, intende valorizzare quelle strutture con strumenti urbanistici per favorire la loro riqualificazione

Vacanze per bambini, tornano le colonie estive: il mare a portata di tutti. Il progetto per recuperare i vecchi stabilimenti
di Valeria Arnaldi
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Venerdì 12 Maggio 2023, 08:03

Ospizi marini. Così, nell'Ottocento, erano chiamate le colonie, dove i bimbi di famiglie con più figli che risorse per mantenerli, venivano mandati a trascorrere l'estate, quando avevano problemi di salute. Perché l'aria di mare faceva bene, stare al sole donava un miglior colorito e i problemi, per un po', sembravano meno difficili da affrontare. I sanatori di un tempo successivamente sarebbero diventati un elemento chiave del turismo di massa, salvo poi essere chiusi, abbandonati, in alcuni casi abbattuti. A ripensare le colonie, cercando di dare loro una nuova giovinezza, ora è la Regione Emilia Romagna, che con il Comune di Rimini e altri centri della costa, intende valorizzare quelle strutture con strumenti urbanistici per favorire la loro riqualificazione, liberandole da norme e vincoli che, finora, sono stati di ostacolo agli investimenti.

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Tornano le colonie: il progetto

A intrecciarsi sono più temi.

Da un lato, c'è il contrasto al degrado. Molte colonie, nel tempo, sono diventate rifugio per sbandati. Dall'altro, c'è il potenziale da sfruttare degli edifici, non di rado firmati da grandi architetti, che potrebbero ancora essere importanti per il turismo. E poi c'è la questione della memoria di un Paese, che, per decenni, in quelle strutture, ha prima curato, poi cresciuto, infine fatto divertire i propri giovani e giovanissimi, regalando loro la gratificante sensazione di essere autonomi in comunità a misura di bambino. Se l'Ottocento, infatti, ideò gli ospizi come luoghi di cura, forte degli studi su elioterapia e talassoterapia il primo nacque nel 1822, quando l'ospedale di Lucca iniziò a organizzare soggiorni curativi per bimbi a Viareggio - il Novecento cambiò sguardo e filosofia, passando dalla cura del corpo allo svago dell'animo. Le strutture che prima erano sanatori diventarono basi per turismo e formazione giovanile, moltiplicandosi con il Fascismo e contribuendo a ridisegnare orizzonte e costumi del Paese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu riconosciuto il valore formativo delle colonie, per questo aperte a tutti, senza più questioni di censo. Con il passare dei decenni e il cambiamento di secolo, dunque, dalle colonie gestite da associazioni benefiche si passò ad altre gestite dalle Amministrazioni o da titolari di aziende per i figli dei dipendenti.

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I ricordi

Così, a Ostia, sulla spiaggia di ponente, fu edificato un ospizio marittimo, progettato da Marcello Piacentini, dopo ampliato i lavori iniziarono nel 1927 - da Vincenzo Fasolo. A Cesenatico, la colonia fu realizzata tra 1936 e 1938, su progetto di Giuseppe Vaccaro. Sempre negli anni Trenta, a Marina di Massa, Edoardo Agnelli ne fece costruire una per i figli dei dipendenti Fiat. A firmare il lavoro fu Vittorio Bonadè Bottino. Di Giovanni Montanari, la colonia marina di Ravenna, realizzata nel 1934. Di appena un anno dopo quella disegnata da Camillo Nardi Greco a Chiavari, sulla costa ligure. Roma aveva una sua colonia elioterapica in via della Camilluccia: fu edificata tra 1933 e 1935, su disegno di Enrico Del Debbio. Senza dimenticare le colonie montane, come quella di St. Jacques in Val d'Aosta, voluta da Olivetti per i bambini dei suoi impiegati. E così via.

IL DEGRADO

Poi, fu l'idea di turismo a cambiare. I viaggi in famiglia presero il posto delle villeggiature per l'infanzia. E le affollate architetture di un tempo iniziarono ad essere abbandonate e, progressivamente, condannate al degrado. Si perse, in parte, la memoria di ciò che avevano rappresentato. Non i ricordi dei singoli, ben vivi in diversi gruppi social. Sono nelle foto d'epoca, bianco e nero di bambini felici che si sentivano, per la prima volta, "grandi", alle prese con giorni da affrontare, anche nel gioco, forse per la prima volta senza mamma e papà. E molto è nelle parole dei bambini di ieri, oggi cresciuti, che quelle vacanze non le hanno dimenticate mai, per emozioni, svago, lezioni. E nel cinema, che dell'usanza di quelle villeggiature fece narrazione e, a volte, spunto di riflessione. Nel 1950, in "Domenica d'agosto", per la regia di Luciano Emmer, nell'affresco di una giornata al mare di Ostia, ci sono anche le colonie e i riferimenti alla cura del mare, con l'acqua salata, che dovrebbe fare bene, ma in fondo, secondo i protagonisti, «è roba da ragazzini». E ora quelle strutture che sembravano relegate al passato potrebbero avere un nuvo futuro.

 

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