Tariffa più alta col pos e caccia ai turisti, i trucchi dei tassisti per ingannare i clienti

Nella metropoli lombarda, invece, la fascia peggiore è quella serale, tutti i giorni, quando trovare un’auto bianca è una vera impresa

Tariffa più alta col pos e caccia ai turisti, i trucchi dei tassisti per ingannare i clienti
di Fabio Rossi
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Martedì 1 Agosto 2023, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 10:23

Il tariffario “parallelo”, all’incredulo turista appena sbarcato all’aeroporto di Fiumicino, viene snocciolato in un inglese quanto meno migliorabile: «45 with card, 40 cash». Insomma: chi non paga in contanti, deve sborsare più soldi. Un’evoluzione di certo più elaborata del «Pos rotto» - grande classico anche di altre categorie - ma ormai diffusa nelle grandi città italiane. Se la grande maggioranza dei tassisti accetta regolarmente i pagamenti elettronici, infatti, le sacche di “resistenza” restano, specialmente nelle aree di maggiore frequentazione turistica. Ancora peggio a Ciampino, secondo scalo romano: dove, come racconta un conducente di auto bianche, «alcuni colleghi non prendono proprio passeggeri italiani». Benvenuti nel variegato mondo dei taxi, con tutte le distorsioni messe sotto la lente d’ingrandimento dall’Antitrust.

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I PUNTI

La foto più nitida dei problemi della categoria, su cui punta il dito l’Authority, si può scattare alla stazione Termini, meglio ancora di domenica pomeriggio o sera.

Le file interminabili dei “pendolari settimanali” in piazza dei Cinquecento sono ormai una cartolina della Città eterna. Turni mal distribuiti, ma anche la voglia di molti tassisti di buttarsi sulle più lunghe (e redditizie) corse dall’aeroporto. Basti pensare che tra gennaio e maggio del 2023 sono state effettuate ben 355 mila corse dal “Leonardo da Vinci”, contro le 240 mila contate nello stesso periodo del 2019, prima della pandemia. «Le norme vigenti sui taxi sono anacronistiche», sottolinea il sindaco Roberto Gualtieri che, con le regole attuali, non ha alcun potere di intervenire sulla distribuzione dei turni e sulla scelta dei luoghi dove far confluire il maggior numero di vetture. Anche per questo la Capitale, così come Milano, sta pensando di aumentare le licenze. Nel frattempo, il Campidoglio ha introdotto le “doppie guide”, ossia la possibilità per ogni tassista, fuori dal proprio turno di lavoro, di far circolare la vettura con un ulteriore autista, da quattro a sette ore. Nella metropoli lombarda, invece, la fascia peggiore è quella serale, tutti i giorni, quando trovare un’auto bianca è una vera impresa. Il sindaco Giuseppe Sala ha aperto all’assegnazione di mille nuove concessioni, anche se la Regione Lombardia frena.

SENZA PERMESSO 

A Napoli la presenza degli abusivi è ancora più aggressiva del resto d’Italia: le auto bianche illegali sono spesso presenti persino nei parcheggi riservati ai taxi in piazza Garibaldi, davanti alla stazione centrale, fianco a fianco con i tassisti in possesso di regolare licenza. Anche qui i clienti preferiti sono i turisti, soprattutto quelli desiderosi di concedersi un tour tra le bellezze della provincia partenopea: accompagnare i visitatori a Pompei fa incassare sui 90 euro, comprese le due ore di attesa per la visita degli scavi. Il viaggio verso Sorrento, invece, fa guadagnare al tassista fino a 140 euro: più di dieci volte una corsa diretta nel centro storico del capoluogo campano. Altro escamotage, molto usato per i passeggeri forestieri in arrivo a Capodichino, è quello della “tariffa fissa” non meglio specificata: si spegne il tassametro e si comunica al malcapitato utente un prezzo “concordato”, non si sa bene con chi. Che sarà, inevitabilmente, superiore (e non poco) a quella che sarebbe stato il normale prezzo della corsa, calcolato dal tassametro.

LA CATEGORIA 

Questi trucchi vengono adottati, va detto, da un’assoluta minoranza dei tassisti delle grandi città, ma finiscono per minare il rapporto di fiducia tra la categoria e cittadini. E chi punta a una maggiore trasparenza non viene ben accolto da alcuni colleghi: è il caso di Roberto Mantovani “RedSox”, il tassista bolognese che ha intrapreso una battaglia contro i conducenti “No Pos”, pubblicando ogni giorno sui social il rendiconto delle sue entrate. E per questo è soggetto di attacchi personali e anche di danneggiamenti al suo taxi.

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