Trattori già in marcia per l’assedio a Roma: «Staremo fuori dalla città. Ma se non arriveranno risposte, entreremo»

Cortei in Lombardia, blocchi in Sicilia. Oggi manifestazioni a Rovigo e Pesaro

Trattori già in marcia per l’assedio a Roma: «Staremo fuori dalla città. Ma se non arriveranno risposte, entreremo»
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 5 Febbraio 2024, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 09:04

Assedio. Ci saranno almeno cinque presidi dei trattori alle porte di Roma. Arriveranno da tutta l’Italia centrale e meridionale e l’avanzata verso la Capitale è partita. Si comincerà alla fine di questa settimana, ma sarà solo la prima tappa di una serie di proteste degli agricoltori che, come mossa finale, se le risposte ottenute dal Governo non saranno considerate insoddisfacenti, potrebbero anche puntare verso il centro della Capitale. In sintesi: l’assedio di Roma dei trattori durerà molti giorni.

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STRATEGIA
Questo è il piano dei comitati spontanei che stanno protestando in tutta Italia, con una presenza molto vistosa a Orte, nella rotonda vicino al casello autostradale dell’A1, dove sabato, in una sorta di dimostrazione di forza, 500 agricoltori del Viterbese, ma anche dell’Umbria, hanno a singhiozzo bloccato il traffico.

Ieri a Orte c’era ancora un presidio con i trattori (sono lì da quattordici giorni), i rallentamenti del traffico hanno interessato le strade attorno all’area. Ma le proteste hanno interessato varie regioni. Alcuni esempi: decine di agricoltori, sempre con i trattori, ieri hanno manifestato nei pressi dello stadio di Battipaglia, in provincia di Salerno. A Pavia cinquecento mezzi agricoli sono entrati in corteo nella zona centrale della città, con bandiere, sirene e clacson: la giornata festiva ha limitato i disagi.

 

Hanno detto gli organizzatori: «C’è anche l’adesione di agricoltori giunti da Melegnano e della province di Brescia e Alessandria. Sono coltivatori che rappresentano diversi ambiti, dal riso al vino. Contestiamo le politiche agricole dell’Unione Europea che mettono a rischio l’intero settore primario. Andremo avanti nella protesta, diffusa anche in Francia, Germania e in altri Paesi dell’Europa, sino a che non saremo ascoltati». A Enna allo svincolo di Dittaino, sulla A19 Palermo-Catania tensione per il blocco del traffico. Una decina di agricoltori in piazza Duomo, a Milano, ha portato una mucca e un volantino. Per oggi sono attese manifestazioni a Rovigo con un corteo di trattori che raggiungerà il centro della città. Lo stesso succederà nelle Marche, a Pesaro.


SANREMO
E poi c’è l’incognita del Festival di Sanremo. Alcuni dei rappresentanti della protesta hanno inviato un messaggio ad Amadeus: «Gli chiediamo se ci può ospitare a Sanremo, così possiamo raccontare a tutti gli spettatori le nostre ragioni, pacifiche ma chiare». Se la risposta dovesse essere negativa, bisognerà capire se ci sarà un colpo di mano. Di fatto, comunque, le direttrici della protesta sono due, forse tre. Una più spalmata sul territorio nel Nord Italia, anche se Milano e la Lombardia hanno già mostrato diverse mobilitazioni del movimento dei trattori. L’altra, più periferica, in Sicilia. Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord e sindaco di Taormina (ma fino a due anni era primo cittadino a Messina), ieri ha detto: «Abbiamo lanciato la manifestazione di San Valentino, con i trattori. Al fianco di allevatori e agricoltori ci vedremo mercoledì 14 febbraio a Palermo».


PROBLEMI
Ma il vero perno della protesta sarà la Capitale, dove confluiranno trattori da tutto il centro-sud già questa settimana. Danilo Calvani, già leader del movimento dei forconi, oggi è una delle menti della nuova mobilitazione («con noi c’è il 90 per cento degli agricoltori che stanno manifestando, sempre in modo pacifico e nel rispetto delle regole, poi c’è una piccola parte che va per conto proprio, strumentalizzata» dice in polemica con i sindacati, a partire da Coldiretti). Oggi Calvani sarà in Questura per definire gli ultimi dettagli delle iniziative su Roma. «Attenzione - precisa Calvani - non soffermatevi sul giorno in cui partiranno le proteste a Roma, perché non si esauriranno in 24 ore, ma proseguiranno fino a quando non saremo ricevuti dal governo, fino a quando non otterremo risposte». I temi della protesta ormai sono noti: le tasse (in primis l’Irpef agricola), i costi di produzione troppo alti, «la svalutazione dei prodotti agricoli italiani», la richiesta di agevolazione per l’acquisto del gasolio e un generica ostilità alle politiche green e alle indicazioni dell’Unione europea (un chiodo fisso è quello della contrarietà alla farina di grilli).
 

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