Gli investigatori sono riusciti a identificarlo grazie alle prime due lettere della targa del mezzo, ritrovato a Padova e di cui aveva denunciato il furto. Il resto l'hanno fatto l'esame dei tabulati telefonici e l'analisi dei profili Facebook di alcuni connazionali dell'indagato che avevano trascorso con lui parte della serata. Fondamentale anche l'impiego del Sari, il Sistema Automatico Riconoscimento Immagini della polizia scientifica, che ha permesso agli agenti di identificare l'uomo da alcune foto sui social. L'investitore è così finito in manette, mentre la giovane si sta riprendendo dai gravissimi traumi e dalle fratture multiple, giudicate guaribili in tre mesi.
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