Strangolata dal marito, il messaggio di Roberto all'amico: «Giuro non ero in me»

Roberto Lo Coco e Giulia Lazzari
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 13:49

ADRIA (ROVIGO) - «Mi dispiace, odiatemi più che potete, giuro non ero in me, me ne sono accorto dopo di quello che stavo facendo e mi sono fermato in tempo, spero tanto che sia così. Scusami, anche se non lo farai, merito tutto e tutte le cose crudeli che mi faranno, ripeto, non ero io, quando si riprenderà dategli appoggio e quello di cui avrà bisogno. Ciao, ti ringrazio, addio amico». Questo il messaggio che Roberto Lo Coco ha inviato ad un amico poco dopo aver strangolato la moglie, che temeva avesse da qualche messe avviato una relazione con un altro uomo. Una versione che ha poi ripetuto anche ai carabinieri, quando hanno raccolto le sue spontanee dichiarazioni, il giorno dopo il fatto.

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L'uomo, che nella sua pagina Facebook aveva più volte scritto messaggi rivolti alla moglie, mettendo in piazza gli alti e bassi del loro rapporto e anche i suoi atteggiamenti possessivi, come lo screenshot di un messaggio di luglio in cui la invitava a mettersi vestiti larghi per nascondere le forme del suo corpo e a non truccarsi e aggiustarsi i capelli prima di uscire, ed a non salutare nessun maschio, «perché se ti fai bella ti guardano tutti, invece così no e io risparmio 30 anni di galera per omicidio», ha anche consegnato due fogli scritti a mano in  cui cerca di ricostruire l'accaduto ed ha ammesso anche di aver confessato tutto sia alla propria madre che alla zia della moglie. Proprio le due donne che hanno poi avvistato le autorità di quanto fosse accaduto a Giulia Lazzari, che si trovava ricoverata in ospedale, in coma. In questi giorni nessuno dei familiari ha fatto visita al 28enne in carcere.


CITTÀ SCOSSA«È un dramma. Tutti speravamo che questa giovane donna e mamma potesse farcela. È una notizia terribile. È inaccettabile che possano accadere tragedie come questa. A nome della città esprimo le condoglianze alla sua famiglia». Queste invece le prime parole del sindaco di Adria, Omar Barbierato. «L'impegno deve essere quello di investire sulla cultura perché gli uomini capiscano quale barbarie stiamo commettendo sulle donne. Si deve investire sui centri anti violenza per difendere tutte le donne che purtroppo ancora oggi hanno bisogno di essere tutelate. Il giorno del funerale sarà proclamato il lutto cittadino». Affranta anche l'assessore ai servizi sociali Sandra Moda ai cui uffici Giulia si era rivolta per allontanarsi dal marito: «Non ci sono parole per commentare questo dramm ed ora è giunto il momento del dolore e della riflessione sui perché questa tragedia si sia verificata. Stiamo valutando una serie di iniziative, tra cui una fiaccolata in memoria di Giulia. Il primo pensiero però deve andare alla sua bambina, una bimba di soli quattro anni, che ha perso la sua mamma. Dobbiamo trovare una soluzione per lei, per farla crescere in un ambiente che la possa aiutare a dimenticare l'accaduto».

UNA FIACCOLATA«Provo un profondo dolore e un rammarico - puntualizza il capogruppo Lega Paolo Baruffaldi - nell'apprendere la notizia della scomparsa di Giulia, barbaramente strangolata dal marito che diceva di amarla. Oggi è tempo di piangere la sua scomparsa e di rimanere vicino alla piccola, a sua figlia vittima anche lei di un gesto sciagurato ed inspiegabile. Restiamole vicino. Lei più di tutti avrà bisogno dell'aiuto da parte di tutta la città. Non lasciamola sola».
«Vorrei chiedere di portare rispetto per mia nipote Giulia, visto che ci sono persone che inventano storie sul suo conto» aveva detto solo 24 ore fa Monica Lazzari, zia della 23enne ».
F. Cam.

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