Banda Uno Bianca, l'esposto dei familiari delle vittime: «Roberto Savi aveva informazioni sulla strage di Ustica»

Spunta il nuovo dossier degli avvocati dei familiari delle vittime della banda capeggiata dall'ex poliziotto

Banda Uno Bianca, l'esposto dei familiari delle vittime: «Roberto Savi aveva informazioni sulla strage di Ustica»
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Lunedì 11 Settembre 2023, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 18:53

Ci sarebbe un collegamento tra la strage di Ustica e la banda della Uno bianca, l'organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 uccise 23 persone e ne ferì oltre 100, i cui familiari chiedono ora di riaprire le indagini per trovare mandanti e complici.

A legare le due vicende sarebbe la figura di Roberto Savi, ex poliziotto all'ergastolo, capobanda della Uno bianca insieme al fratello Fabio. A gettare nuova luce sul ruolo di Savi è il dossier degli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser, legali dei familiari delle vittime, che nel loro esposto descrivono i rapporti dell'ex poliziotto con alcune zone grigie dei servizi segreti.

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Il dossier: i rapporti di Roberto Savi

«Con certezza Roberto Savi, nell'ambito dei rapporti che intratteneva con fonti e mondi legati ai servizi di sicurezza ha avuto modo di intercettare notizie afferenti alla strage di Ustica, che solo nell'ambito di alcune agenzie e contesti operativi potevano girare nei primi anni '90», affermano gli avvocati Gamberini e Moser.

Il nome di Savi viene fatto per la prima volta nel 1995 da Pietro Gugliotta, altro ex poliziotto membro della banda, le cui dichiarazioni sono ora portate di nuovo all'attenzione degli investigatori. Ascoltato in passato dai pm bolognesi Valter Giovannini e Paolo Giovagnoli, Gugliotta raccontò di alcune confidenze ricevute da Savi: durante uno spostamento in macchina verso la Liguria, Savi indicò una zona montuosa dove un aereo caccia francese coinvolto nell'abbattimento del velivolo di Ustica, avrebbe sganciato un serbatoio.

Sempre secondo quanto dichiarato da Pietro Gugliotta, Savi avrebbe anche affermato di aver pilotato lui stesso il caccia francese: alcuni rottami del velivolo, effettivamente, vennero in seguito ritrovati in quella zona, ma non non furono messi in relazione con la strage di Ustica. All'epoca il pm Giovannini inviò il verbale dell'interrogatorio al giudice che seguiva l'inchiesta su Ustica e Savi fu ascoltato a Roma, ma smentì completamente quanto raccontato da Gugliotta, descrivendolo come un pazzo.

Solo nel 2008 le dichiarazioni dell'ex presidente Cossiga portarono alla riapertura delle indagini su Ustica, aprendo anche all'ipotesi del coinvolgimento di uno o più aerei da guerra francesi.

L'ipotesi degli avvocati

Gli avvocati dei familiari sostengono ora che, anche quando si confidava con Gugliotta, Roberto Savi, così come «in tutte le sue dichiarazioni nel corso delle indagini e del processo, mescolava all'evidenza millanterie e circostanze vere, utilizzando sapientemente la tecnica dei messaggi trasversali e delle dichiarazioni ambigue». Secondo i legali questo aspetto permetterebbe di capire meglio il reale coinvolgimento della banda della Uno Bianca nella strage di Ustica, e per questo i nuovi elementi che vengono sottolineati non possono essere ignorati in un'indagine, «che voglia ridefinire il perimetro (all'evidenza troppo stretto) nel quale il fenomeno criminale della Uno Bianca è stato collocato dagli esiti giudiziari».

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