Carabiniere ucciso, il dolore della compagna: avevamo costruito una casa, volevamo sposarci

Il dolore di Stefania, la compagna del carabiniere ucciso: «Avevamo costruito una casa»
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Domenica 14 Aprile 2019, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 13:56

«Avevamo costruito una casa e stavamo progettando il matrimonio. Però già convivevano e ci volevamo molto bene». Trattiene a stento le lacrime Stefania Gualano, la compagna del carabiniere Vincenzo Di Gennaro, ucciso ieri a Cagnano Varano, nel Foggiano.

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«Era un bravissimo ragazzo, era veramente in gamba e sorrideva sempre, anche quando aveva difficoltà», prosegue la donna. «Bisogna andare sempre avanti, diceva. C'erano i momenti in cui era giù di morale però lui andava avanti perché diceva che la vita continua. Bisogna lottare e andare avanti».

A ricordare il maresciallo Vincenzo Di Gennaro, arrivano anche le parole del padre, Luigi: «Era un grande lavoratore. Amava la sua divisa ed era un servitore vero dello Stato». «Questi sono tutti i ricordi di mio figlio», precisa l'uomo nella sua casa di San Severo, dove viveva con il figlio e dove accoglie amici e parenti che gli portano il proprio cordoglio. «Era molto cattolico e devoto a San Pio. Era un credente - aggiunge - e me lo hanno ucciso. I delinquenti me lo hanno ammazzato». Poi il ricordo del figlio, un uomo a detta di tutti di grande umanità. «Si presentava - racconta il padre - con il sorriso anche quando era serio. Era bravissimo. Amava la sua divisa, la indossava con amore. Ne era molto rispettoso. Ha avuto una decina di encomi durante la sua carriera. Me lo hanno ammazzato. Ma è la vita», dice in preda alla disperazione.

«Profondo cordoglio» per la morte del Maresciallo Vincenzo Carlo Di Gennaro, «spietatamente crivellato di colpi nell'adempimento del suo dovere nella provincia di Foggia» viene espresso ai familiari, agli amici e all'arma dei carabinieri dal Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria. «Ancora una volte le Forze di Polizia dello Stato piangono la tragica scomparsa di un loro appartenente, caduto nell'adempimento del dovere a tutela della sicurezza sociale. Il nostro auspicio è che la tragedia del Maresciallo Vincenzo Carlo Di Gennaro non venga dimenticata dall'opinione pubblica, come invece regolarmente accade per i nostri Caduti», afferma il segretario Donato Capece. «Davvero strano, questo nostro Paese: chi ha macchiato le strade con il sangue degli innocenti dovrebbe nascondersi ed invece pretende, con la complicità più o meno consapevole di alcuni politicanti, di dire ciò che bene e ciò che male, partecipando a dibattiti, venendo proposti come esperti per la riforma del sistema penitenziario e, addirittura, ricoprendo incarichi parlamentari e istituzionali. Basta! La memoria storica del Paese non si tocca e non cancella!», conclude il segretario del Sappe.

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