Reti da pesca abbandonate sui fondali: parte campagna di recupero sostenuta dalla Fipav

Reti da pesca abbandonate sui fondali: parte campagna di recupero sostenuta dalla Fipav
6 Minuti di Lettura
Giovedì 8 Luglio 2021, 15:19

Recuperare le reti da pesca abbandonate nei fondali marini italiani, salvare così l'ecosistema marino e allo stesso tempo riconvertirle in reti da pallavolo. E' l'obiettivo che si prefigge il progetto Linea Gialla della Federazione italiana pallavolo in collaborazione con lo sponsor delle Nazionali, Dhl Express Italy, e che si svilupperà in diverse tappe sul territorio nazionale. La prima è già andata in scena in Sicilia e ha visto il recupero dal mare di due reti fantasma da parte della divisione subacquea di Marevivo. Una nell'Area Marina Protetta Capo Gallo - Isola delle Femmine (Palermo) e la seconda a San Vito Lo Capo (Trapani).

Si tratta di reti da pesca lunghe complessivamente 3000 metri, abbandonate nei fondali marini, attrezzi tra i più comunemente dispersi nei mari di tutto il mondo e responsabili di gravi danni all'ecosistema marino. «Linea Gialla ci è piaciuta da subito - ha sottolineato il presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi - a volte non si pensa che un oggetto che per noi è parte integrante, come la rete, possa essere un pericolo per i nostri bellissimi mari. Sono altrettanto orgoglioso che le nostre squadre Nazionali abbiano sulla maglia il nome di un'azienda che crede e lavora per la sostenibilità a 360 gradi, perché la sostenibilità è il futuro di ciascuno di noi».

«Da tre anni - ha aggiunto la Ceo di Dhl Express Italy, Nazzarena Franco - abbiamo abbracciato il progetto pallavolo soprattutto perché crediamo nei valori di questo sport. La sostenibilità è per noi una priorità, il pianeta è la nostra casa e dobbiamo tutelarlo e gli atleti e le atlete del volley insieme a Fipav, che coinvolge migliaia di giovani, ci sembrano i migliori ambasciatori per un tema così importante». Tra i prossimi appuntamenti, Milano e Bologna.

“Da tre anni abbiamo abbracciato il progetto pallavolo soprattutto perché crediamo nei valori di questo sport. continua Nazzarena Franco - La sostenibilità è per noi una priorità, il pianeta è la nostra casa e dobbiamo tutelarlo e gli atleti e le atlete del volley insieme a FIPAV, che coinvolge migliaia di giovani, ci sembrano i migliori ambasciatori per un tema così importante. Il futuro è nelle nostre mani, le nuove generazioni sono particolarmente attente ai temi di ecologia e ambiente ed è soprattutto a loro che noi vogliamo rivolgerci, per dare un futuro che parte dal presente. Per questo abbiamo scelto di unirci anche a Marevivo per proteggere e tutelare anche gli ecosistemi più fragili. Ci impegniamo ogni giorno per dare il nostro contributo ad un futuro migliore’. 

Anche il Presidente della FIPAV Giuseppe Manfredi crede molto in questo progetto: “Linea Gialla ci è piaciuta da subito; a volte non si pensa che un oggetto che per noi è parte integrante, come la rete, possa essere un pericolo per i nostri bellissimi mari. Io vengo da una terra, la Puglia, dove il mare e la costa sono parte integrante della nostra vita quotidiana, sono davvero felice di promuovere attraverso Linea Gialla la tutela del pianeta e tematiche ecologiche, perché ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare la vita del nostro Pianeta, si parte dai piccoli gesti e da azioni concrete e sono altrettanto orgoglioso che le nostre Squadre Nazionali abbiano sulla maglia il nome di un’azienda che crede e lavora per la sostenibilità a 360, perché la sostenibilità è il futuro di ciascuno di noi”. 

Le operazioni di recupero sono state effettuate da Marevivo, che dal 1985 lavora per la tutela del mare e dell’ambiente, alla presenza della Federazione Italiana Pallavolo, con Julio Velasco, Direttore Tecnico Nazionali Giovanili del Settore Maschile, Marco Mencarelli, Direttore Tecnico delle Nazionali Giovanili del Settore Femminile e ai due liberi delle Nazionali Juniores Martina Armini e Damiano Catania. 

Le attrezzature da pesca abbandonate, sono i rifiuti maggiormente rinvenuti nei mari di tutto il mondo, e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina: per questo la Divisione Subacquea di Marevivo si è immersa nelle acque dell’Isola delle Femmine e di San Vito Lo Capo liberandole da due reti fantasma, tra cui una rete spadara derivante lunga oltre 2.500 metri.

Le reti spadare sono dei dispositivi estremamente pericolosi per la fauna marina e per questo illegali in Italia dal 2002, ma nonostante questo divieto continuano a essere utilizzate, minacciando gli ecosistemi marini. L’operazione è stata realizzata dai sub di Marevivo con il supporto del nucleo subacqueo dei Carabinieri e della Guardia Costiera-Corpo delle Capitanerie di Porto, coadiuvati dai biologi marini che hanno assistito alle operazioni e fatto un’attività di analisi dello stato della rete che era adagiata su un fondale caratterizzato dalle tipiche biocenosi del coralligeno Mediterraneo. 

“I due recuperi in Sicilia testimoniano la grande presenza di reti fantasma abbandonate sui fondali dei nostri mari” spiega Massimiliano Falleri – Responsabile della Divisione Subacquea di Marevivo, - e sono stati decisamente impegnativi sia per le dimensioni delle reti recuperate e per la loro natura - all’Isola delle Femmine la rete recuperata era infatti una rete spadara derivante di oltre 2.500 metri - sia per la profondità a cui i subacquei hanno dovuto operare. La rete di San Vito lo Capo, inoltre, copriva una bellissima parete intrappolando moltissime forme di vita. I biologi presenti hanno eseguito un'accurata valutazione degli organismi concrezionati sulla rete. Le specie sessili (fisse alla rete) protette e di grande valore ecologico, sono state liberate dalle maglie, rimosse dal substrato antropico e riposizionate sul fondale roccioso mediante una tecnica di trapianto con l'utilizzo di mastice subacqueo. In particolare, le gorgonie bianche (Eunicella singularis) che avevano iniziato a colonizzare la rete sono state liberate. Nella fase successiva ci siamo occupati soprattutto delle specie rimaste intrappolate nella rete come Echinodermi, Crostacei, Platelminti che sono stati prontamente riportati in acqua”. 

La tappa siciliana di Linea Gialla ha visto il Patrocinio del Comune di San Vito Lo Capo, l’operazione di Isola delle Femmine è stata voluta dall’Ammiraglio Isidori, Comandante della Capitaneria di Porto di Palermo e Direttore Marittimo della Sicilia Occidentale, con il supporto operativo del 3° Nucleo Sommozzatori Catania della Guardia Costiera-Capitaneria di Porto, del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Messina, una collaborazione che rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’importanza di fare rete fra Istituzioni, Associazioni e Aziende di fronte ad attività di tutela ambientale.  

“Gli attrezzi da pesca abbandonati rappresentano la maggior parte dei rifiuti registrati nei mari e negli oceani. L’eliminazione delle reti fantasma è diventata una priorità per proteggere la vita marina. Circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli muoiono ogni anno a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma che, inoltre, permanendo spesso a lungo nei fondali si sminuzzano in frammenti sempre più piccoli contribuendo all’aumento di microplastiche nei mari. Soprattutto fluttuando le reti abbandonate continuano a pescare, quando invece si poggiano sui fondali finiscono per comprometterne la biodiversità locale, ha concluso Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA