Colapietro, segretario Silp: «Serve il dialogo, si abbassino i toni. I poliziotti non sono manganellatori, né politicizzabili»

«Il clima è caldo: lo si percepisce, lo si vede. Tutti insieme dobbiamo impegnarci per riportare un po’ di serenità, rimettere al centro il dialogo»

Colapietro, segretario Silp: «Serve il dialogo, si abbassino i toni. I poliziotti non sono manganellatori, né politicizzabili»
di Claudia Guasco
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Sabato 2 Marzo 2024, 20:16

Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, è stato ispettore alla Questura di Lecce, ha lavorato nei reparti mobili e come coordinatore delle volanti. Ha affrontato cortei difficili, gestito tensioni. Ora, afferma, «il clima è caldo: lo si percepisce, lo si vede. Tutti insieme dobbiamo impegnarci per riportare un po’ di serenità, rimettere al centro il dialogo. Se la politica pensa di poterci tirare per la giacchetta, sbaglia».

Dopo gli scontri di Pisa c’è chi vi chiama manganellatori.

«Sul caso ci sono accertamenti disciplinari e penali che faranno il loro corso, ma tra le fila di chi ha il dovere di assicurare l’ordine pubblico non ci sono pregiudizi o la predisposizione di andare per strada a manganellare. In piazza si va per esprimere dissenso e disagio, ma di fronte a chi manifesta ci sono lavoratrici e lavoratori che indossano l’uniforme e devono garantire il rispetto della legge, oltre che la sicurezza nelle aree circostanti ai cortei. Il nostro lavoro è questo e lo facciamo con dedizione. Anche a costo di essere vittime di soprusi, succede che ci sputino e ci insultino. Però noi mediamo, ci immedesimiamo, cerchiamo di capire. C’è gente che sacrifica la propria vita».

Teme che il clima possa esacerbarsi?

«Siamo ben distanti da un regime autoritario e le forze dell’ordine hanno come faro la Costituzione. Non esiste un partito della polizia e dell’anti polizia. Noi siamo a disposizione di tutti e non siamo politicizzabili. Il consenso elettorale non si può cercare facendo leva sulle forze dell’ordine, che svolgono una missione di soccorso, di aiuto. Bisogna abbassare i toni, noi siamo per il confronto e il dialogo, non vogliamo finire nel tritacarne. Capisco l’effetto pungolo che svolge l’opposizione, l’importanza della controproposta, ma in questo caso tutti devono remare nella stessa direzione».

I numeri dicono che nei primi due mesi di quest’anno le manifestazioni sono state il 40% in più rispetto allo stesso periodo del 2023.

«Gli eventi internazionali dal 7 ottobre in poi, con la guerra in Medio Oriente, hanno portato in piazza più persone e questo comporta da parte nostra un lavoro enorme per garantire la sicurezza di tutti.

Noi siamo strutturati, preparati, non abbiamo nulla da imparare da nessuno. Siamo in grado di lottare contro la criminalità e di intervenire per assicurare l’ordine pubblico. Siamo un’organizzazione sana, non siamo picchiatori di professione. Ma lo stesso capo della polizia Vittorio Pisani ha messo in evidenza alcune criticità: siamo sempre meno, più anziani, il carico di lavoro è aumentato ed ecco che diventa più complicato. Per questo dico che ci vuole la collaborazione di tutti». Le manifestazioni difficili, da inizio 2024, sono state l’1,6%, in calo dal 3,5% di un anno fa.

Cosa non ha funzionato in questi casi?

«Bisogna in primo luogo tenere presente che le forze dell’ordine devono prendere valutazioni immediate, magari arrivano più persone del previsto o c’è una deviazione del tragitto. In ogni caso nessuno dà ordine alla polizia di aggredire fisicamente i manifestanti. Il problema è l’idea di piazza, che deve essere costruttiva. Bisogna intervenire sui disagi sociali e non fomentarli strumentalizzando il nostro ruolo. È ingiusto, ingeneroso e grave che la polizia sia costretta a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale».

Come si corregge la rotta?

«Non si indossino giubbe, chi sta con la polizia e chi no. Serve collaborazione e dobbiamo essere messi nelle condizioni di lavorare meglio. Sono indispensabili risorse per rendere la nostra professione organizzata al massimo, bisogna che sia più dignitosa. Basta con i doppi e i tripli turni, con il pagamento degli straordinari in ritardo di venti mesi. Sono necessarie assunzioni straordinarie. Adesso auspico che si abbassino i toni, che la polizia svolga il suo ruolo di garante, che riesca a fare stare insieme tutti pur nelle diversità. E una responsabilità enorme, il tornaconto elettorale non fa bene al Paese. Dobbiamo riacquistare la serenità e questa parte dal dialogo e dalla prevenzione».

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