Persone scomparse, un esercito di 60 mila "invisibili"

Emanuela Orlandi, scomparsa a 16 anni e mai ritrovata
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Martedì 26 Novembre 2019, 19:29
Ogni giorno scompaiono decine di persone e di queste, un 25 per cento dei casi non trovano soluzione. Da inizio anno al 30 giugno sono state 6.761 le denunce per persone sparite nel nulla: la maggior parte viene ritrovata, ma una su quattro va a ingrossare l'esercito di invisibili. Sono 60 mila quelle ancora da rintracciare da quando è attivo il sistema di allertamento, e di queste 10 mila sono italiane, 50 mila straniere. I dati dell'ufficio del Commissario di governo per le persone scomparse sono stati ricordati al convegno  Persone scomparse: una sfida per le istituzioni, ospitato dall'università La Sapienza.

Si tratta di un fenomeno dai molti aspetti: il 34% delle denunce riguarda donne, il 54% minorenni, e circa la metà stranieri. Il 6% (431), gli anziani. Nel 75% dei casi si è trattato di allontanamenti volontari, mentre lo 0,8% è classificato come sottrazione da parte del coniuge, e lo 0,4% come possibile vittima di reato. «Alcuni scompaiono perché vogliono scomparire, altri sono vittime di reato, alcuni sono morti, tutti hanno bisogno di essere cercati - ha sottolineato il prefetto Giuliana Perrotta, Commissario straordinario per le persone scomparse - C'è un 25% di casi che non si risolvono, e a oggi, sono 60.641 le persone da rintracciare».
Di questi 40 mila minori stranieri:
«Le statistiche infatti - ha aggiunto Perrotta - sono ingrossate dalla mobilità dovuta alle migrazioni. Ci sono poi 918 corpi a cui dare un nome: è di ieri l'identificazione del corpo di una donna scomparsa nel 2013».

L'ufficio del Commissario ha indetto per il 12 dicembre una giornata dedicata agli Scomparsi e una mobilitazione per la ricerca. Sono state invitate le prefetture a promuovere sui territori un'attività straordinaria: a cercare gli invisibili nelle mense, negli ostelli, nei boschi. Perché, pur essendo quello italiano uno dei più efficaci sistemi in Ue, non mancano alcune criticità. «C'è un problema nelle procure che è insieme organizzativo e di mentalità - ha chiarito il Pg Giovanni Salvi - e bisogna trovare dei meccanismi che formalizzino le priorità, senza lasciarli alla disponibilità dei singoli uffici». Mentre per il capo della Polizia, Franco Gabrielli, sono «formazione e preparazione», gli obiettivi da perseguire. No alla bulimia normativa e alla eccessiva burocratizzazione. Rimane inoltre da migliorare il sistema di localizzazione delle chiamate d'emergenza e la banca dati del Dna.
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