Un “quadernetto” inedito di un giovanissimo Giacomo Leopardi, risalente probabilmente alla fine del primo decennio dell'800, scritto quando aveva appena 16 anni. È questa la straordinaria scoperta fatta nel fondo Leopardiano conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli da Marcello Andria e Paola Zito che ne hanno curato la pubblicazione per i tipi di Le Monnier Università. L'inedito è un manoscritto formato da quattro mezzi fogli, ripiegati nel mezzo in modo da ottenere otto facciate, recanti una lunga e fitta lista alfabetica di autori antichi e tardo antichi (circa 160 i lemmi), ciascuno dei quali seguito da una serie di riferimenti numerici. (oltre 550 nel complesso).
Giacomo Leopardi morto a Recanati, il conte era discendente del poeta: aveva 82 anni
Lo scritto «conferma l'importanza della raccolta leopardiana napoletana che si presenta sempre più completa, mettendo a disposizione degli studiosi un panorama integrale dell'opera di Giacomo Leopardi - si legge in una nota - Siamo di fronte ad uno scritto di Leopardi appena sedicenne, assiduo frequentatore della biblioteca paterna, che realizza un accurato e capillare spoglio dell'Opera omnia di Giuliano imperatore, ricorrendo all'autorevole edizione di Ezechiel Spanheim, apparsa a Lipsia nel 1696».
« Leopardi che soltanto l'anno prima ha cominciato a studiare il greco da autodidatta, perlustra assiduamente i migliori esemplari della biblioteca paterna, l'autografo ci mostra come benché giovanissimo Leopardi è già uno studioso provveduto e curioso ed abbia già un accurato metodo di lavoro, che rappresenterà la caratteristica costante del percorso leopardiano - si spiega - Gli anni in cui il giovane Leopardi si accosta alla lettura di Giuliano rappresentano una tappa significativa nel percorso di rivalutazione della figura dell'Apostata, per lungo tempo offuscata dalla condanna pressoché unanime degli storici della fino alla metà del XVI secolo e riscoperta nel Settecento ad opera soprattutto degli illuministi (Montesquieu, Diderot, Voltaire) ma accolta in Italia, fra attestazioni di stima e dichiarata ostilità.
Richiami all'opera dell'imperatore filosofo neoplatonico ricorreranno anche in seguito nell'opera leopardiana: in particolare nelle Operette morali (nei Detti memorabili di Filippo Ottonieri) e nello Zibaldone, in alcune esercitazioni di carattere filologico».