«È broncopolmonite», e la dimettono: donna muore nell'atrio del reparto. Risarcimento milionario agli eredi

«È broncopolmonite», e la dimettono: donna muore nell'atrio del reparto. Risarcimento milionario agli eredi
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Martedì 4 Giugno 2019, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 20:51

Sanità toscana nell'occhio del ciclone, per un fatto del 2011, e che portò al decesso di una Paziente. Grazie alla sentenza 149/2019 della Sez Civile del Tribunale di Lucca, si è finalmente chiusa la lunga battaglia legale
promossa degli Eredi della Signora D.R., deceduta a 66 anni presso l'Ospedale 'Versilia' di Lido di Camaiore, in provincia di Lucca, il 17 maggio 2011.

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D.R. fu vittima di un incredibile errore sanitario: dimessa da pochi minuti dal Pronto Soccorso, ove si
era recata ben 8 ore prima a causa di lievi difficoltà respiratorie, morì nell'atrio del reparto di emergenza. I
Sanitari, che l'avevano appena dimessa con una diagnosi assolutamente erronea di “Verosimile riacutizzazione
di broncopolmonite”, avevano difatti completamente misconosciuto la reale diagnosi di Trombo Embolia
Polmonare. Ricoverata per ben 8 ore in osservazione, alcuni degli esami eseguiti furono non correttamente
interpretati (emogas analisi), altri non furono proprio prescritti (D-dimero o troponina) e la RX del torace fu
addirittura erroneamente refertata, non evidenziando la presenza di “trombo-embolia polmonare con area
infartuale alla base del polmone destro”.

Di contro, così come convintamente e tenacemente sostenuto dal pool di Consulenti nominati dagli Eredi, e
coordinati dal medico-legale Dottor Francesco Nobili, con delle semplici operazioni sanitarie si sarebbe potuto
evitare il prematuro decesso della Lesa. “L'errata e fuorviante diagnosi di Broncopolmonite, con conseguente
mancata diagnosi di Trombo-embolia polmonare, che ha impedito la messa in atto di un risolutivo trattamento
terapeutico con farmaci anticoagulanti o fibrinolitici, che laddove fosse stato tempestivamente approntato,
avrebbe con buone probabilità evitato il decesso della paziente”, è riportato nella disposta Consulenza Tecnica
d'Ufficio, ripresa integralmente anche nella sentenza dei togati lucchesi. L'attenta e certosina rilettura di tutta la
documentazione, operata dai Consulenti nominati dagli Eredi, ha anche consentito di ribaltare in sede civile la
sentenza di assoluzione a suo tempo pronunciata a seguito del procedimento penale.

Costerà, quindi, così come stabilito nella sentenza appena pubblicata, più di un milione di Euro all'USL Toscana Nord-Ovest, il risarcimento in favore del marito, nel frattempo deceduto, e dei 4 figli (Silvia, Elena, Valeria e
Massimo Vecoli). Poco tempo dopo la morte della familiare, infatti, gli eredi di DR si rivolsero all'Associazione
Giustacausa per veder riconosciute, in sede civile, tutte le loro ragioni. E, dopo quasi 3 anni di dura battaglia
giudiziaria, il team di autorevoli consulenti, medici e legali, guidati e coordinati dal Dottor Nobili, si è finalmente
arrivati alla citata sentenza.

Il caso della Sig.ra DR testimonia, ancora una volta, come la cattiva gestione dei Pazienti, se non
adeguatamente affrontata e risolta, porti, anche a distanza di anni, ad un ulteriore e gravoso esborso
economico a carico del sistema sanitario nazionale, così come il risarcimento disposto in questi giorni testimonia appieno.

L'Associazione Giustacausa è un centro studi ed osservatorio permanente sul fenomeno della malasanità su
tutto il territorio nazionale. Una vera e propria task force contro la malasanità. I migliori professionisti d’Italia
nei settori della medicina e della tutela legale uniti per assistere e consigliare i cittadini vittime di inefficienze in
ambito medico-sanitario. www.giustacausa.it - numero verde 800.671661

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