ROMA «Suo marito non ce l'ha fatta». Ieri i medici dell'ospedale Cisanello di Pisa sono stati costretti a comunicare la notizia alla moglie. Dopo due interventi chirurgici per ridurre l'emorragia cerebrale causata dal pugno di un giovane che, vicino a un bar ad Altopascio (Lucca) lo aveva scaraventato a terra e poi aveva infierito con dei calci, Luigi Pulcini, 75 anni, è morto. Originario della provincia di Roma, in passato era stato commerciante e aveva lavorato anche nella pizzeria della moglie Sandra. Per dieci giorni è rimasto in coma, ma i medici avevano già spiegato ai familiari che difficilmente si sarebbe salvato. Ancora l'autore dell'aggressione è sconosciuto. Un trentenne si è presentato alla caserma dei carabinieri di Altopascio, auto accusandosi, ma i magistrati della procura di Lucca non gli hanno creduto: pensano che stia coprendo qualcun altro. Inizialmente l'indagine era per il reato di lesioni gravissime, ora il responsabile dovrà rispondere di omicidio volontario.
Ma perché Pulcini è stato picchiato fino a causare la sua morte? Lui, romano acquisito, era originario delle Marche, la moglie Sandra invece è della provincia di Lucca.
È sceso, ha sferrato un pugno a Pulcini che è caduto sul selciato e ha battuto la testa. L'aggressore non si è fermato: in modo del tutto irrazionale, ha continuato a colpire senza pietà Pulcini, lo ha preso a calci sulla nuca, ha infierito fino a quando la vittima ha perso i sensi. Poi, è scappato e da allora non è stato ancora individuato. Pulcini è stato trasportato all'ospedale nel reparto di rianimazione. Per due volte è finito sotto i ferri, anche per ridurre i traumi cranico-facciali. Tutto inutile. È stato ucciso senza una ragione, mentre il suo assassino è ancora in libertà.