Parlamentare francese nei kibbutz degli orrori di Hamas: «Decapitazioni, donne incinte sventrate, fosse comuni»

Nella delegazione di Caroline Yadan anche l'ex primo ministro francese Valls

uno dei kibbutz teatro del pogrom del 7 ottobre
di Franca Giansoldati
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 13:36 - Ultimo aggiornamento: 13:40

Donne incinte sventrate, decapitazioni realmente avvenute, donne anziane violentate, fosse comuni di ragazzini israeliani. Giorno uno, lunedì 16 ottobre, ore 8:15. Inizia dalla base militare di Choura, a sud di Tel Aviv, il viaggio dell'orrore di una delegazione di dieci parlamentari francesi, tra cui l'ex primo ministro Manuel Valls. E' la prima missione parlamentare straniera che va in Israele dopo l'orrore. Chi scrive si chiama Caroline Yadan, parlamentare di centro, moderata: per due giorni ha redatto una specie di diario in cui si intrecciano notizie accertate sull'effettivo stato delle 1400 vittime ritrovate il 7 ottobre dopo il pogrom antisemita. Sono pagine meditate sebbene scritte durante il tragitto da un punto all'altro del teatro della mattanza, spesso accompagnate da valutazioni, informazioni militari, descrizioni e anche emozioni. Il resoconto è un quadro preciso sul progetto di annientamento che da anni e con abbondanti sostegni esterni, veniva perseguito da Hamas. 

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Alla base militare di Choura dove è stata allestito il centro per l'identificazione dei corpi conservati in enormi container refrigerati, alla presenza di un colonnello, la delegazione viene a conoscere che sono in attesa di ricevere un nome e un cognome in base al DNA: «327 corpi di donne, uomini, bambini, anziani, neonati, ancora non sono stati identificatiperché bruciati, fatti a pezzi, fracassati con asce, ghigliottinati. Bambini trovati bruciati vivi, abbracciati, donne incinte sventrate, donne anziane violentate e poi decapitate. Un pogrom. Pura ferocia firmata da Hamas e Daesh.Questo processo di identificazione in più fasi, che a volte coinvolge solo pezzi di carne, consente a tante famigliedisperate di ritrovare i propri cari. L'obiettivo dichiarato dei terroristi era quello di uccidere il maggior numero possibile di civili e stuprare il maggior numero possibile di donne, indipendentemente dalla loro età. Insopportabile».

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Subito dopo i parlamentari vengono portati a Kfar Aza. «Il kibbutz massacrato.Si sentono spari in lontananza. Gaza è a soli due chilometri. Indossiamo i giubbotti antiproiettile e gli elmetti. Qui sono stati trovati 69 corpi, pari a circa il 10% della popolazione del kibbutz, che contava 700 abitanti. Questo kibbutz sosteneva la pace e la cooperazione economica con i vicini di Gaza.Intere famiglie bruciate vive, imprigionate nelle case date alle fiamme dai terroristi.Sono state scoperte fosse comuni di adolescenti di 12, 13, 14 anni, brutalmente uccisi dai barbari islamisti di Hamas che avevano 18, 19 anni, poco più grandi delle loro vittime.Un colonnello racconta di aver tenuto in braccio un bambino decapitato. Una donna anziana è stata trovata sulla sedia a rotelle elettrica uccisa con un colpo di pistola alla testa. Gli effetti personali e i vestiti sono sparsi per terra.

Le case sono carbonizzate. L'odore di morte regna ancora».

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Desolazione.

La delegazione arriva poi a Sderot, la città fantasma. Dei 40 mila abitanti, tutti evacuati, ne restano solo 4 mila. «La strada è terra bruciata: la stazione di polizia dove sono stati uccisi 20 poliziotti è scomparsa. Sentiamo il rumore dei bombardamenti mentre la direttrice dell'International Resilience Center ci racconta la sua storia. Ci dice: Sono le 6.30 di mattina del 7 ottobre, è Shabbat. Si sentono le sirene. Poco dopo, dozzine di terroristi nelle jeep entrano e si spargono per la città, sparando a vista a chiunque gli capiti davanti.13 persone in un minibus sono state uccise a sangue freddo. I terroristi islamici di Hamas entrano nelle case per uccidere indiscriminatamente chiunque ci abiti dentro. Una donna anziana si è gettata dal secondo piano della sua abitazione per sfuggire al glaciale e feroce massacro.» scrive Caroline Yadan.

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«Le famiglie degli ostaggi francesi ci raccontano la loro storia e quello che stanno passando. Un figlio sulla sua motocicletta che viene rapito sotto gli occhi della madre, una ragazza che era andata a ballare, anche con un piede rotto, perché lei ama il ballo. Un fuoco che brucia tutto. Una madre che corre per i campi per diverse ore con il suo bambino in braccio».

La Knesset, il parlamento israeliano, è la meta del secondo giorno della delegazione francese. «Uno dei parlamentari presenti è una residente di Sderot che si è nascosta per diverse ore nel rifugio della sua casa, sentendo gli spari e scoprendo, in diretta, l'assassinio a bruciapelo del suo vicino. Mentre racconta del suo incubo, piange e noi piangiamo con lei. Amir Ohana prende quindi la parola e spiega che alcuni dei terroristi che hanno massacrato i civili erano lavoratori e impiegati nei kibbutz decimati. Si tratta di kibbutz che promuovevano la pace e la coesistenza tra i popoli. Ci racconta come i terroristi abbiano costretto un adolescente di 14 anni ad andare di casa per casa, chiedendo aiuto agli abitanti intrappolati nei sotterranei delle loro case, che automaticamente aprivano la porta per poi essere uccisi a sangue freddo”. E ancora: “Gli ostaggi hanno attestato che i terroristi erano talvolta adolescenti o addirittura bambini di una decina d'anni. Nel kibbutz, ma anche a Sderot o al festival musicale, i barbari hanno scelto liberamente di uccidere o rapire».

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Accordi di Abramo

Il diario include anche valutazioni di tipo politico. «Gli Accordi di Abramo possono portare a una pace duraturanella regione, e a questo proposito i colloqui con l'Arabia Saudita erano a buon punto, cosa che Hamas e l'Iran non potevano accettare. Tutti i Paesi della regione, e l'Egitto in particolare, hanno interesse a sradicare l'islamismo, che sta corrompendo il popolo e i suoi leader”. Per questo è stato “un attacco preparato da molto tempo, il cui unico scopo era diffondere il terrore e causare il maggior numero possibile di vittime civili. Non si tratta di un esercito regolare che invade un Paese sovrano in virtù di rivendicazioni territoriali, ma di un gruppo terroristico altamente organizzato con un'ideologia che va contro i nostri valori fondamentali più basilari, come l'amore per la vita».

Le informazioni logistiche su Gaza sono complete. «Per quanto riguarda i tagli all'acqua a Gaza, ci dice che Israele fornisce solo l'8% dell'acqua e che il resto è fornito dall'Egitto. Aggiunge che le Nazioni Unite hanno recentemente inviato benzina per un impianto di desalinizzazione e che Hamas ha sequestrato il camion. Anche le condutture dell'acqua sono state sottratte per creare rampe di lancio per i razzi.

Memoria

La parlamentare che ha fatto tradurre e distribuire questo diario in Francia dice di avere sentito l'urgenza di ricordare. «Narrare le storie di persone come voi e me, ma che non sono più le stesse perché hanno vissuto un orrore totale. I miei colleghi e io siamo contenti di essere venuti in Israele così presto dopo il massacro più sanguinoso che gli ebrei abbiano vissuto dopo l'Olocausto. Ebbene, è successo esattamente il contrario. Dovevamo essere lì proprio in quel momento. Siamo stati la prima delegazione del mondo a visitare Israele dopo il 7 ottobre».

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