Incidente Mestre e motore elettrico, quali sono le conseguenze? «Se prende fuoco, più difficile spegnerlo»

Non esistono dati che mostrino un eccesso di incendi nei veicoli elettrici. Tutti però concordano su un fatto: quando c’è un incidente in cui il mezzo elettrico va a fuoco, intervenire è notevolmente più complicato

Incidente Mestre e motore elettrico, quali sono le conseguenze? «Se prende fuoco, più difficile spegnerlo»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 4 Ottobre 2023, 22:11 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 12:22

 «Per ogni tipo di veicolo ci sono delle schede di rischio che indicano come intervenire in caso di incendio, sono destinate ai vigili del fuoco e ai soccorritori. Per quelli con motori convenzionali sono sempre molto semplici, di 2 o 3 pagine. Per i veicoli elettrici invece parliamo ogni volta di plichi molto voluminosi e articolati». Questa sintesi è dell’ingegnere Enrico Pagliari, direttore automotive Aci Progei, che analizza le incognite legate alla diffusione di automobili e bus elettrici in Italia e nel resto del mondo. Lo fa in modo asettico, senza impantanarsi nella disfida tra ultras che si manifesta ogni volta che si parla di veicoli a benzina o diesel e di quelli elettrici.

I DATI

La tragedia di Mestre ha alimentato il dibattito, ma anche andando a rileggersi gli studi sul tema realizzati in Europa e in America da varie agenzie non esistono dati che mostrino un eccesso di incendi nei veicoli elettrici. Tutti però concordano su un fatto: quando c’è un incidente in cui il mezzo elettrico va a fuoco, intervenire è notevolmente più complicato.

Pagliari: «I vigili del fuoco stanno effettuando corsi di aggiornamento proprio per sapere cosa fare quando intervengono sul rogo di un veicolo elettrico. Ma bisognerebbe lanciare un warning, un avvertimento, alle case produttrici: in fase di progettazione è necessario limitare questi problemi, rendere molto più semplici le procedure da seguire per spegnere gli incendi, che non possono essere così differenti da un modello all’altro».

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Spulciamo alcune ricerche: secondo un report di un’agenzia svedese (Swedish Civil Contingencies Agency) nel paese scandinavo nel 2022 su «611.000 veicoli elettrici sono stati segnalati 23 incendi (0,004%), su 4,4 milioni di veicoli benzina e diesel 3.400 incendi (0,08%)». Dunque i primi dati non mostrano una maggiore frequenza di roghi. Stesse conclusioni in Norvegia (sempre in rapporto al numero di mezzi circolanti). Anche negli Usa un altro studio del National Trasportation Safety Board conferma: i dati non mostrano più incendi per le auto elettriche. Questo non significa però che non ci siano problemi da affrontare. Racconta l’ingegnere Michele Mazzaro, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Napoli ed esperto di questa tematica: «Facciamo chiarezza: non esiste alcuna evidenza scientifica che mostri un maggiore rischio di roghi per i veicoli elettrici. Dobbiamo però sapere che questa è una tecnologia innovativa ed effettivamente aumentano le difficoltà nella fase di estinzione dell’incendio».

 

Non vanno bene le polveri, ma vanno usati grandi quantitativi di acqua. «Soprattutto - aggiunge Mazzaro - ci deve essere la consapevolezza che, anche una volta spento il rogo, nelle 48 ore il fuoco può riprendere nella batteria che va rimossa e isolata. Inoltre, le schede di rischio sono spesso molto differenti da un modello all’altro, da una vettura elettrica all’altra, da un tipo di batteria all’altro». Visto che le quote di mercato sono ancora limitate e l’elettrico è molto più diffuso in altre nazioni, ad esempio quelle scandinave, molto si può apprendere dall’esperienza maturate. «Bisognerebbe sensibilizzare l’industria per andare verso una standardizzazione delle auto elettriche visto che i modelli sono molto differenti tra di loro e questo rende molto più complicati gli interventi di soccorso». Qualche tempo fa Cnbc ha realizzato un servizio su questo tema e ha intervistato Paul Christensen, docente dell’Università di Newcastle, che ha proposto una sintesi efficace: «Abbiamo avuto molto tempo per comprendere appieno i rischi e i pericoli associati ai veicoli a benzina. Dovremo imparare più velocemente come affrontare le sfide legate ai veicoli elettrici. Lo faremo». Ma quali sono le caratteristiche del pullman protagonista nell’incidente di Mestre? Si tratta di un E-12 prodotto dal colosso cinese Yutong, il più importante del settore, con propulsione esclusivamente elettrica e un’autonomia di 400 chilometri. I pacchi batteria sono posizionati sul tetto.

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