Gioielliere uccise due rapinatori in fuga: Mario Roggero condannato a 17 anni. Il pm: «Un'esecuzione»

Era accusato anche di porto abusivo di un revolver. Un video lo ha ripreso mentre insegue i banditi già su un'auto e spara tutti e sei colpi della 38 special, poi ha preso a calci in testa un rapinatore agonizzante

Gioielliere Mario Roggero condannato a 17 anni: sparò e uccise due rapinatori in fuga e ne ferì un altro
di Claudia Guasco
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Lunedì 4 Dicembre 2023, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 14:37

Due anni e otto mesi dopo la rapina finita nel sangue, il gioielliere di Grinzane Cavour Mario Roggero esce dal Tribunale di Asti con una condanna a diciassette anni di carcere per due omicidi, un tentato omicidio e porto abusivo d’armi. Ma una solida convinzione: «Non c’era alternativa. Non vedevo più mia moglie, pensavo l’avessero rapita. È una follia, viva la delinquenza, viva la criminalità. Bel segnale per l’Italia», s’indigna.

PENA AUMENTATA

Roggero ha inseguito, sparato e ucciso Giuseppe Mazzarino, 58 anni, e Andrea Spinelli, 44, i due malviventi che il 28 aprile 2021 hanno fatto irruzione nella sua oreficeria in frazione Gallo.

Il terzo uomo, Alessandro Modica, è stato ferito a una gamba, è riuscito a fuggire per poi essere arrestato qualche ora dopo. L’accusa aveva chiesto quattordici anni, la Corte d’Assise di Asti, presieduta dal giudice Alberto Giannone, ha aumentato la pena di tre anni e fissato una provvisionale di 480 mila euro, immediatamente esecutiva, da versare alle famiglie dei tre aggressori. Nella sua requisitoria il pm Davide Greco ha ravvisato «vendetta» e «giustizia privata» nei cinque colpi di pistola esplosi dal gioielliere all’esterno del suo negozio e per di più con un revolver che deteneva regolarmente ma non avrebbe potuto portare fuori. Settantamila euro il bottino, recuperato nella Fiesta dei rapinatori che, armati di un coltello e una pistola giocattolo, hanno minacciato di morte il sessantottenne, colpito la moglie con un pugno e immobilizzato la figlia con fascette da elettricista. Una telecamera interna ha ripreso l’azione. «Nel video si può vedere Roggero che continua a premere il grilletto - sottolinea Greco - Mira alla testa di Mazzarino, già ferito a morte. Non fossero finiti i colpi gli avrebbe spappolato il cervello. Cosa voleva difendere quando gli ha puntato la pistola a un centimetro dalla testa? E quando ha preso a calci Spinelli agonizzante?». Un’interpretazione sempre respinta dai difensori di Roggero, gli avvocati Dario Bolognesi e Nicola Fava, che avevano chiesto l’assoluzione per legittima difesa putativa evidenziando il turbamento conseguente a una brutale rapina subita nel 2015 durante la quale venne picchiato e ne uscì con il setto nasale rotto. «Tutti gli psichiatri hanno rilevato tratti disarmonici in Roggero, parlando di “rigidità” e aspetti riconducibili a una personalità paranoide», hanno sottolineato i legali. Confortati dalla perizia del consulente dell’accusa, che ha ricondotto la reazione a un disturbo da stress post traumatico derivato dalla precedente aggressione. «Mi sono ritrovato più nelle conclusioni presentate dai consulenti delle difese sulla sua piena imputabilità - ha replicato il pm - Le ragioni erano emotive e passionali, Roggero era arrabbiato per la rapina. La sua condotta ha una logica criminale: la vendetta. Ha violato il diritto alla vita per reinserire la pena di morte nel nostro ordinamento. Rivendicando la sua condotta, ha dimostrato di non aver compreso il disvalore di ciò che ha fatto: è ancora convinto di avere agito bene. Quindi, se la legge è uguale per tutti, allora Mario Roggero deve ottenere la pena giusta».

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LA PISTOLA

Per l’avvocato Bolognesi - che ricorrerà in Appello - non è quella decisa dalla Corte d’Assise, la quale «non ha tenuto conto delle condizioni psichiche patologiche dell’imputato, al momento della rapina non aveva una corretta percezione della realtà che avalla una legittima difesa putativa». Non solo. «I consulenti balistici hanno chiarito che l’arma impugnata da Spinelli non era distinguibile da una vera». Roggero lo ribadisce uscendo dal Tribunale: «Non aveva mica il cartellino con scritto pistola giocattolo, era una Glock che poteva anche sparare con il gas. Me l’hanno puntata contro e hanno fatto il conto alla rovescia. Tre, due, uno, potevo essere morto. Sono sconcertato, deluso». Pentito? «È successo, il quel momento c’era una grossa rissa. È il destino, hanno avuto il loro. Se questa è la sentenza significa che anche i giudici popolari erano d’accordo, probabilmente». Unica consolazione, aggiunge, è che «il 95% della gente è dalla mia parte, poi c’è il 5% che fa lo stesso lavoro di quei rapinatori. La giustizia? Non facciamo ridere. Mi sembra che la legge non sia tanto uguale per tutti». Dal vicepremier Matteo Salvini «piena solidarietà, Roggero ha difeso la propria vita e il proprio lavoro. A meritare il carcere dovrebbero essere i veri delinquenti, non persone come Mario».

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