Frecciarossa deragliato a Lodi, riparte l'alta velocità tra Milano e Bologna

Frecciarossa deragliato, linea alta velocità Milano-Bologna riattivata
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Lunedì 2 Marzo 2020, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 17:30

A meno di un mese dal disastro ferroviario del Frecciarossa 1000 9595 deragliato a Ospedaletto Lodigiano, lo scorso 6 febbraio, provocando la morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo e 31 feriti, è stata riattivata la circolazione dei treni dell'Alta velocità sulla linea Milano-Bologna, dopo il dissequestro dell'area a fine febbraio e il successivo intervento di oltre 100 tecnici di Rfi, che hanno lavorato 24 ore su 24 per il ripristino della tratta e per far tornare regolare la circolazione dei convogli.

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Nel frattempo, prosegue senza sosta il lavoro dei consulenti della Procura di Lodi, gli ingegneri Roberto Lucani e Fabrizio D'Errico, che si sono occupati in passato anche dell'incidente ferroviario di Pioltello del gennaio 2018. Sono loro che dovranno consegnare ai magistrati la relazione sulle cause e sulle responsabilità nel disastro. Già nei giorni scorsi, ad ogni modo, gli accertamenti irripetibili, ossia alla presenza anche dei consulenti delle difese, avevano confermato «l'inversione dei cablaggi dell'attuatore numero 5», ossia un problema tecnico ad uno dei componenti dello scambio, che era rimasto aperto e che aveva fatto sviare il treno che viaggiava a quasi 300 km/h. A spiegarlo era stato lo stesso procuratore di Lodi Domenico Chiaro che nell'inchiesta, condotta dagli investigatori della Polfer, ha iscritto 18 persone, tra cui anche l'amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, e due società, ossia la stessa Rete ferroviaria italiana e Alstom, che ha prodotto quel pezzo finito al centro dell'indagine.

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Inizialmente le analisi si erano concentrate sui cinque operai (anche loro accusati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose) che lavorarono quella notte sul deviatoio, ma poi l'inchiesta si è allargata anche perché è stato appurato che un componente dello scambio era difettoso e, in particolare, presentava un'anomalia elettrica. Così tra gli indagati è finito anche l'amministratore delegato di Alstom Ferroviaria, Michele Viale. Intanto, in questi giorni sono andati avanti i lavori di ripristino che hanno riguardato la sostituzione di scambi, binari, traverse, massicciate e pali di sostegno della linea elettrica su un totale di circa 3 chilometri. E così già ieri sera, verso le 20, il Frecciarossa 9650 Napoli Centrale-Torino Porta Nuova è stato il primo convoglio di Trenitalia a passare sul binario dell'Alta Velocità riattivato.

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Una riapertura molto importante dato che proprio la mancanza dell'operatività di quelle rotaie, oltre alla psicosi coronavirus in quelle zona (con un capostazione che si era sentito male a Casalpusterlengo), aveva causato lo scorso 24 febbraio mega ritardi sulla tratta. Per Gentile, numero uno di Rfi, e altre 11 persone, tra cui la stessa società, si avvicina la richiesta di processo per il disastro di Pioltello del 25 gennaio di due anni fa, che sarebbe stato causato da un giunto rotto che non venne sostituito. Gli ultimi accertamenti, infatti, sono stati eseguiti sabato su richiesta della difesa di Rfi e già dopo la chiusura dell'inchiesta.

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