Ospedale di Sciacca, oncologia al collasso. L'unico medico: «Domani torno, pazienti senza chemioterapia»

Il dottor Domenico Santangelo: sono rimasto solo e sono scoppiato, almeno è emerso il disservizio

Ospedale di Sciacca, oncologia al collasso. L'unico medico: «Domani torno, pazienti senza chemioterapia»
di Raffaella Troili
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 22:46

«Sono rimasto solo, sono scoppiato, almeno è emerso il caso». L’Unità operativa di oncologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca (Agrigento) arranca, anche il responsabile è costretto ad alzare bandiera bianca davanti alle defaillance. Il caso è esploso dopo che 18 pazienti hanno dovuto rinviare le sedute, l’unico medico nonché responsabile disponibile ha dovuto arrendersi, ma da casa ha chiamato i suoi pazienti. «Rientro venerdì, ero solo, uno scandalo», spiega l’oncologo Domenico Santangelo, «ricevo continui messaggi da parte dei pazienti e questa situazione non può protrarsi ancora. L’oncologia di Sciacca deve ripartire, ma non sono più in grado di gestirla da solo».

Santangelo responsabile del reparto senza avere una nomina arranca anche lui. Deve gestire 300 chemioterapie e 150 visite ambulatoriali al mese. Se da tempo a Sciacca mancano i “livelli essenziali di assistenza e dei tempi di attesa”. Per tamponare l’emergenza sarebbero state “incrementate le ore di specialistica ambulatoriale”. Ma spiega Santangelo, «lo specialista ambulatoriale non può fare nessuna chemio solo banali controlli, questo sistema ha messo in crisi tre Unità operative di oncologia». Il caso è esploso, quando il medico-primario si è ritrovato solo, tutti i colleghi distaccati ovunque. «Lui ce la mette tutta ma è solo» confermano i pazienti che pure hanno dovuto saltare le visite, a nulla è servito un ordine di servizio dell’Asp di Agrigento per corprire momentaneamente le emergenze. Con la malattia di Santangelo di fatto le chemio come le visite nell’avamposto di Sciacca si sono fermate. «Non può fare miracoli è un essere umano», ammettono i pazienti. «Troveremo una soluzione - ha detto il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento Mario Zappia  - cercando di mettere sotto contratto a tempo determinato alcuni dei medici che hanno partecipato al concorso per oncologi bandito nel 2021 e il cui espletamento è tuttora in corso».

Di fatto, resta l’emergenza perché Santagelo da solo non è in grado di andare avanti. Qualcuno teme che dietro ci sia un disegno politico; “declassare l’ospedale di Sciacca da Dea di primo livello a ospedale di base, che tra le tante criticità nell’Oncologia si compone come detto di un solo medico, responsabile senza nomina. Un esposto firmato da portavoce e coordinatore del Comitato civico per la Sanità Ignazio Cucchiara e Franco Giordano e sottoscritto da 14 sindaci e amministratori di 14 comuni del comprensorio che afferisce al Giovanni Paolo II è stato presentato a Procura della Repubblica di Sciacca e alla procura regionale della Corte dei Conti. Tutto l’ospedale è al collasso.

«Sono rimasto solo, perché una collega era già in maternità a tempo indefinito, un oncologo era con me a tempo determinato e il 25 settembre ho scritto all’azienda di usare una graduatoria condivisa con Caltanissetta per far sì che il collega fosse stabilizzato nella nostra Asl - spiega Santangelo - Ma il 5 ottobre mi hanno informato che il dottore essendo idoneo nella graduatoria della specialistica Asp, si dimetteva e doveva prendersi le ferie residue. Di fatto sono rimasto solo, senza che verificassero i fabbisogni, e nessuno vuole venire. Hanno fatto turni di tre giorni a settimana a rotazione, ma le chemio sono a rischio, mi sono fermato, non ci sono più le garanzie di sicurezza. Non ce la facevo più da solo, sono scoppiato. Solo così, con l’assenza si è scatenato il disservizio e mosso qualcosa, forse».

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