Coronvirus, a Quartier del Piave il virus non passa: il paesino in provincia di Treviso resta "immune" al contagio

Le colline del Quartier del Piave
di Manuela Collodet
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Venerdì 20 Marzo 2020, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 10:10

Una manciata di Comuni stesi lungo la piana delimitata a sud dal fiume Piave e a nord da quei rilievi collinari talmente unici e affascinanti da aver conquistato la tutela dell’Unesco. Il Quartier del Piave, che nell’emergenza Coronavirus diventa un caso misterioso: quello della quasi assoluta assenza di contagi. Se non fosse per quel singolo caso di Vidor, dove è in isolamento a casa un commerciante sessantenne, l’intera zona risulterebbe al momento immune. Infatti il contagio addebitato a Sernaglia della Battaglia non fa testo in quanto la persona risulta essere ricoverata da tempo in ospedale. Stessa situazione per l’altro caso, quello di Farra di Soligo, che riguarda un uomo che ha solo la residenza nel comune dell’alta Marca, ma lavora ed è domiciliato altrove. 

IN PRIMA LINEA
Casualità, fortuna, stili di vita o il merito va anche al lavoraccio di quei sindaci che da giorni stanno dedicando la loro vita a preservare quelle dei loro cittadini? Fanno ordinanze per chiudere parchi e aree verdi, passano con gli altoparlanti, stilano decaloghi per fare la spesa, rispondono a centinaia di messaggi e telefonate al giorno, sono onnipresenti sui social e nelle strade. Hanno preso per mano i loro cittadini accompagnandoli lungo un terreno ripido, quello del cambiamento delle abitudini, dell’isolamento, della paura, della presa di responsabilità. E alla fine, forse, anche questo ha aiutato. Ne sa qualcosa Mattia Perencin, giovane sindaco di Farra di Soligo che al suo primo mandato si è trovato a gestire una pandemia. E, come nel suo stile friendly, ma rigoroso, non si è tirato indietro. Anzi. «Io ricevo una cinquantina di telefonate al giorno e quasi 500 messaggi, sono subissato da gente che chiede qualsiasi cosa. Io rispondo a tutti. Non posso fare altrimenti, alle persone non puoi solo imporre obblighi. Devi spiegare, le devi accompagnare e rassicurare. Io sono qui anche per questo: mai nella mia vita avrei pensato di fare un post per spiegare alla gente come fare la spesa. Eppure in questi tempi serve anche questo. Ma non transigo sull’inosservanza delle regole». Ieri il sindaco ha emanato un’ordinanza con la quale vieta l’accesso a diverse aree del territorio compresi luoghi simbolo come San Gallo, San Vigilio e parte di Colagù. «Sono stato costretto a dare un segnale forte: all’improvviso sono diventati tutti maratoneti. Noi non siamo un isola felice, certo ora non ci sono contagi. Ma la situazione può cambiare da un momento all’altro e nessuno di noi può sapere quanti casi asintomatici ci sono nel territorio». 

LE STRATEGIE
Un territorio che comunque al momento registra un’incidenza di contagi bassissima. Incrocia le dita il sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan, e plaude ai suoi cittadini «per aver recepito in fretta le direttive contro il contagio». «Certo - afferma - chi non rispetta le regole c’è sempre, ma sono pochi. Ho fatto da subito un’ordinanza per chiudere parchi e aree verdi e sensibilizzato i supermercati sulle norme di sicurezza. Noi sindaci siamo in prima linea e dedichiamo l’intera giornata a questa emergenza e ad aiutare i cittadini. Se questo ha aiutato a diminuire i contagi? Non lo so, ma so che rassicura la mia gente avere un punto di riferimento». Allineato e onnipresente l’altra new entry della categoria, Mirco Villanova di Sernaglia, che ribadisce l’importanza «di accompagnare le persone nel rispettare le regole>. «E’ importante intervenire con misure drastiche, anche noi abbiano chiuso parchi e aree gioco, e fare controlli, ma è altrettanto importante ascoltare i cittadini, rassicurali e spiegarli l’importanza della responsabilità, in questo momento, per sè e per gli altri». Ne fa una questione di stili di vita, invece, il sindaco di Moriago, Giuseppe Tonello. «Qui da noi ci sono pochi locali, meno luoghi di aggregazione. Forse questo ha aiutato a limitare i contagi, ma non è una questione di buona volontà. È una casualità. Nonostante il decreto le possibilità di contagio sono ancora molte: io invito tutti a rimanere a casa. Noi abbiamo il giardino: fate giardinaggio, che risparmiate i soldi del giardiniere». «Ci sono comuni più piccoli dei nostri che hanno registrato contagi è solo una questione di fortuna», fa eco il sindaco di Refrontolo, Mauro Canal.
«Noi sappiamo che non ci sono casi accertati, ma non sappiamo se ci sono asintomatici. Non è questione di bravura. Solo fortuna. Certo noi ci mettiamo tutto l’impegno possibile, a giorni passeremo anche casa per casa con materiale informativo e mascherine, ma il resto lo fa il caso, la fortuna. Stiamo più isolati possibile per mantenere la situazione allo stato attuale, ma non mi illudo». Non si illude nemmeno l’esuberante sindaco di Follina letteralmente in prima linea come nessuno. «Passo ogni giorno due volte al giorno con l’auto del Comune e l’altoparlante per dire alla gente di stare a casa e informarla su cosa fare. Ma per non rendere il tutto troppo traumatico, metto di sottofondo una musica rilassante». E chi lo sa che pure questa accortezza non abbia aiutato.

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