Blitz al Cara di Castelnuovo di Porto: a Roma via agli sgomberi. Stamattina altri trasferimenti

Blitz al Cara di Castelnuovo di Porto: a Roma via agli sgomberi. Stamattina altri trasferimenti
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 23 Gennaio 2019, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 10:44

CASTELNUOVO DI PORTO «Con i soldi risparmiati aiuteremo gli italiani», fa sapere il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, mentre qualche centinaia di cittadini, con amministratori e parlamentari del Pd e di altre forze di sinistra manifestano davanti ai padiglioni del Cara di Castelnuovo di Porto, nord di Roma. Dal Viminale è arrivato l'ordine di sgomberare la struttura, dove sono ospitati 548 richiedenti asilo di 26 nazionalità differenti: al mattino, tra lacrime e abbracci, sono partiti i primi 30, il blitz avviene anche con l'aiuto dell'Esercito. «Risparmieremo un milione di euro all'anno di affitto, cinque per la gestione, in totale sei», dice Salvini, secondo cui grandi strutture come questo vanno smantellate «perché sono crollati gli sbarchi». I primi 300 saranno trasferiti in altre regioni entro una settimana. Il problema è che con il decreto sicurezza qualche decina rischia di rimanere per strada. E tra i cittadini del paese c'è chi si è fatto avanti per ospitarne alcuni nelle proprie case. In particolare c'è chi vuole accogliere Cissè, 21 anni, senegalese, centravanti della Castelnuovese, pare che segni molte reti, è necessario farlo restare. L'opposizione del Comune di Castelnuovo di Porto, lista civica di centrodestra (ma non solo), attacca il sindaco che è sceso in strada in difesa del Cara: «Lo fa perché il Comune riceve ogni anno 450mila euro dal Viminale per la presenza del centro?». Il caso però esplode e va oltre la mobilitazione di Castelnuovo dove, in modo non proprio mainstream, si manifesta non contro gli immigrati, ma a loro favore. Da sinistra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, addirittura ipotizza «un secondo processo di Norimberga», gli eurodeputati del Pd attaccano il premier Conte, dicono che a ridosso della «giornata della Memoria, l'Italia ha assistito a una vera deportazione». Perfino i frati di Assisi twittano «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». In rete circolano le foto di alcuni immigrati che si abbracciano e piangono, Salvini si collega a Facebook e ricorda che «se chiedi asilo politico non puoi pretendere di andare a Cortina», «razzista, fascista, nazista... Alle balle della sinistra rispondo coi fatti».

LE GESTIONI
Il Cara di Castelnuovo di Porto, in una struttura di proprietà dell'Inail, prima di Mafia Capitale era gestito dalla 29 Giugno, poi si è aggiudicata la gara l'Auxilium, cooperativa della Basilicata i cui 120 dipendenti da fine mese saranno disoccupati: «Al contrario di altre strutture, per le quali ci sono state anche indagini per infiltrazioni mafiose, questo è un Cara che funzionava e che non ha avuto problemi. Perché partire proprio da qui con lo sgombero?». Ma dentro erano in troppi, nessuno nega il sovraffollamento. Nel piazzale Mohammed, 20 anni, del Gambia, racconta: «A Monterotondo stavo imparando l'italiano, ora non so cosa mi succederà». Ci sono anche alcuni bambini, compagni dei dieci piccoli immigrati che frequentavano la scuola. Il sindaco Riccardo Travaglini (lista civica con il Pd): «Queste persone hanno saputo di dover lasciare il centro così su due piedi. E vi sono migranti, al momento una ventina, che non sanno dove andare. Alcuni sono fuggiti, spaventati. Tutti siamo consapevoli che il modello di una mega struttura vada superato, ma perché farlo in questo modo?». Il Cara è slegato dal nucleo abitativo, in un'area non memorabile dal punto di vista paesaggistico, fatta di capannoni, dove gli immigrati difficilmente vengono a contatto con la gente del posto. In passato c'è stata qualche tensione: un gruppo di rifugiati bloccò la strada per il trattamento, anche economico, ricevuto, ma non ci sono stati mai episodi significativi di contestazione della popolazione contro il Cara. Loretta Peschi, del Pd: «Siamo tutti consapevoli che quella struttura non poteva restare così, ma perché sradicare questi ragazzi, a partire dai bambini, perché non ridistribuirli nella zona?». Il prefetto Paola Basilone fa sapere che non era possibile concedere una proroga all'Auxilium. Il vescovo Gino Reali, presente alla manifestazione: «Il metodo di trasferimento non mi pare dignitoso per donne, uomini e bambini che hanno alle spalle storie drammatiche».
 

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