A più quattro anni dalla messinscena contestata dalla procura, l’uomo dovrà sedersi di fronte al giudice Alessandra Alessandroni con l’accusa di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento stabilito dal tribunale, quello riguardante il pagamento degli arretrati accumulati negli anni a causa del mancato versamento dell’assegno di mantenimento. Per il professionista il dibattimento si aprirà il 22 maggio 2019. Parte civile sarà l’ex convivente dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Fabiola Francesconi dello studio Leonardi.
La donna a partire dal 2001 fino al 2014 avrebbe maturato un credito nei confronti del 75enne di un valore complessivo di 50 mila euro. Per non saldare il debito ed evitare il pignoramento dei beni, l’uomo avrebbe venduto quanto era in sua disponibilità. Per fare ciò, però, avrebbe ceduto la proprietà dei beni alla badante della madre ultranovantenne, una persona considerata di famiglia. Ma non solo. Li avrebbe anche ceduti abbassando in maniera notevole il loro valore. Tutto questo per far figurare al fisco che era nullatenente.
In questo modo, secondo i sospetti, avrebbe potuto sfuggire agli obblighi patrimoniali imposti sia dalle sentenze dal giudice di primo grado che dalla Corte d’Appello. Stando gli atti in mano alla procura, la compravendita in odore di truffa visto i rapporti tra venditore e acquirente era avvenuta nell’arco del 2013. Tra gli immobili venduti c’era un appartamento di cinque vani nella prima periferia della città. L’abitazione era stata ceduta per circa 44 mila euro, un valore irrisorio – sostiene la procura – rispetto a quello reale. Stesso discorso per il lascito delle due supercar alla romena che si stava occupando dell’anziana madre del medico.
La Mercedes, un modello berlina, era stata venduta alla modica cifra di 100 euro.
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