RISCHI
Una situazione che porterebbe l’intero sistema, per come è pensato, ad un terremoto dal qualche in molti farebbero fatica a rialzarsi. Tanti in Lega Pro e in serie B. Anche nella stessa serie A il rischio di fallimento, per qualcuno, è dietro l’angolo. Ecco perché si cerca in tutti i modi di chiudere il campionato. Le perdite stimate dalla massima serie sono enormi. Si parla di 670 di ammanco tra diritti tv nazionali e internazionali, vedita dei biglietti e mancate sponsorizzazioni. A cui poi vanno aggiunte tutte quelli iniziative one shot. Gran parte di questi soldi, almeno i 340 dell’ultima tranche dei diritti tv, i presidenti li hanno spesi e messi a bilancio. Insomma alla chiusura della semestrale si troverebbero con un grosso segno meno. La Figc ha sul tavolo le varie proposte fatte dalle leghe (litigi con la B di Mauro Balata) da consegnare al governo per cercare di trovare una via d’uscita dalla crisi. Da via Rosellini è stato consegnato un documento molto corposo in cui i presidenti insieme all’ad De Siervo e al presidente Dal Pino hanno stilato una serie di soluzioni.
IL PIANO MARSHALL
Una sorta di piano Marshall per arginare l’emorragia. Ninte richieste puramente economiche. Per quanto riguarda gli stipendi dei calciatori non si parla tanto di sospensione quanto di tagli. Un 30% se la stagione finisse qui. Sgravi sull’Irap ed esenzione pluriennale dell’Ires. Incentivi fiscali per le aziende. Per quanto riguarda la liquidità si parla di agevolazioni presto gli istituti bancari e di credito. Nuove opportunità di finanziamento. Inoltre si parla di sconti sugli abbonamenti. A proposito si è pensato anche alla possibilità emettere dei voucher (o in alternativa crediti virtuali) per risarcire i tifosi che avevano sottoscritto abbonamenti e comprato biglietti. Inoltre c’è la richiesta di intervenire sul Decreto Dignità togliendo il blocco alle sponsorizzazioni delle agenzie di scommesse. C’è anche l’idea di introdurre nuovi giochi. Infine la revisione di alcune leggi portanti. Quella sul professionismo, magari con l’introduzione del semiprofessionismo. La legge sugli stadi per semplificare l’iter che porta alla costruzione di impianti di proprietà e poi la legge Melandri che regola la vendita dei diritti tv.
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