Gina Cetrone parla davanti ai giudici del Riesame, decisione entro venerdì

Gina Cetrone parla davanti ai giudici del Riesame, decisione entro venerdì
di Marco Cusumano
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Martedì 18 Febbraio 2020, 12:18 - Ultimo aggiornamento: 12:20
Gina Cetrone ha voluto parlare davanti ai giudici del tribunale del Riesame per difendersi dalle accuse contestate nell'operazione Scheggia che ha portato al suo arresto, insieme all'ex marito Umberto Pagliaroli, e ai membri della famiglia Di Silvio: Armando, Samuele e Gianluca.

L'ex consigliere regionale ha negato l'accusa di estorsione sostenendo che l'imprenditore aveva un debito per una fornitura non pagata e dunque quei soldi erano dovuti. Per questo motivo i suoi legali hanno invocato la derubricazione del reato da estorsione a esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare, la libertà o in subordine una misura meno afflittiva del carcere, come gli arresti domiciliari o l'obbligo di firma. Discusso anche il ricorso per gli altri indagati, tra i quali Armando Lallà Di Silvio che ha chiesto e ottenuto di assistere all'udienza attraverso un collegamento in videoconferenza dal carcere di Nuoro dove è attualmente detenuto. Il suo avvocato, Luca Giudetti, nel ricorso al Tribunale del Riesame ha sottolineato la mancanza dei gravi indizi di colpevolezza a carico del suo assistito. Si è soffermato in particolare sull'estorsione ai danni dell'imprenditore abruzzese che sarebbe stato minacciato e poi costretto dai due fratelli Di Silvio e da Agostino Riccardo, su incarico della Cetrone e del marito, a saldare un debito per una fornitura di vetro effettuate dalla loro società, la Vetritalia srl. Secondo la ricostruzione i membri del clan Di Silvio lo avevano addirittura accompagnato in banca per verificare che effettuasse il bonifico di 15mila euro così come richiesto.

Una ricostruzione dei fatti basata anche sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Agostino Riccardo. Dalle sue parole gli investigatori avviarono le indagini con ulteriori verifiche riuscendo così a ricostruire una serie di episodi, non solo l'estorsione, ma anche l'interessamento del gruppo criminale alle campagne elettorali di Terracina e Latina. Durante l'interrogatorio di garanzia, la Cetrone sostenne di essere stata costretta da Agostino Riccardo ad affidare l'affissione dei suoi manifesti al gruppo dei Di Silvio, presentandosi in questo modo come vittima lei stessa del clan. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Cesare Gallinelli, Luca Giudetti e Lorenzo Magnarelli. La decisione del Riesame arriverà entro il termine massimo del 21 febbraio.
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