L'Eni è già cambiata tantissimo, ha spiegato Descalzi, ma nel 2030-2040 sarà un'altra cosa, in termini di prodotti e di obiettivi. Sarà inoltre una società che «nel 2050 avrà ampiamente rispettato gli obiettivi anche importanti che si sono date le Nazioni Unite in termini di non superare gli 1,6 gradi» di riscaldamento terrestre. E dal suo punto di vista, «per come stiamo andando probabilmente non ci nutriremo più di oil and gas ma ci nutriremo di rifiuti. Sarà un mondo completamente diverso». In effetti l' Eni «ha messo a budget importanti investimenti» per la ricerca ambientale e in particolare nel campo delle rinnovabili del trattamento dei rifiuti. E proprio questi ultimi, a parere dell'ad, sono una ricchezza anche in vista della crescita demografica che ci attende e del fatto che siamo saturi in termini di discariche e di termovalorizzazione.
I rifiuti, ha ricordato tra l'altro, ad oggi producono circa 2,2 miliardi di tonnellate di Co2 ogni anno su un totale di 33
miliardi di tonnellate derivanti dal sistema energetico. Grazie agli investimenti in ricerca degli ultimi anni Eni ha anche creato impianti per la trasformazione di rifiuti organici in energia e olio combustibile puro. In sostanza, ha spiegato, «il rifiuto sparisce e diventa energia per la comunità».
Ma Descalzi si è dimostrato ottimista anche sull'evoluzione dell'Europa e dell'Italia in termini di rispetto dell'ambiente. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, in particolare, «gli obiettivi 2030 di riduzione delle emissioni sono raggiungibili, anzi forse li raggiungerà prima di quella data». E anche l'Italia sembra camminare nella direzione giusta: «questo governo sta facendo moltissimo», ha assicurato Descalzi precisando che tutta la ricerca scientifica fatta dall'Eni «l'abbiamo condivisa e sono state fatte delle norme anche in tempi veloci da parte del ministro dell'ambiente. Penso - ha concluso - che questo governo abbia un'attenzione particolare. Ovviamente in molte cose ci vuole gradualità, fortunatamente siamo partiti in largo anticipo».
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