Gli esperti hanno coinvolto quasi 8000 individui che hanno preso parte alla biobanca "Partners Healthcare", esaminando per due anni il loro stato di salute e gli stili di vita (compresi i livelli di attività fisica svolta), registrando eventuali diagnosi di disturbi depressivi e confrontandone il genoma. In base alle informazioni genetiche gli esperti hanno calcolato per ciascuno un punteggio di rischio di disturbi depressivi.
Ebbene è emerso che coloro che avevano il punteggio più alto (ad alto rischio di un episodio depressivo) ma che svolgevano regolarmente attività fisica erano protetti dal disturbo: in pratica il fatto stesso di praticare attività sportiva neutralizzava il loro rischio genetico.
Invece, coloro che erano ad alto rischio genetico per la depressione e sedentari avevano una probabilità elevata di manifestare un episodio depressivo nei due anni di osservazione.
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