Ecco la versione che l’ex direttore amministrativo dell’ospedale, Maurizio Valorosi, ha messo a verbale il pomeriggio del 21 giugno davanti ai pubblici ministeri di Perugia che lo hanno indagato e arrestato nell’ambito di Concorsopoli. Bocci, accusato di favoreggiamento per aver riferito ai vertici dell’ospedale «informazioni necessarie a eludere le indagini», a detta di Valorosi non sarebbe neppure stato informato del ritrovamento delle microspie negli uffici del Creo avvenuto il 19 luglio 2018 per opera di una ditta di sicurezza privata incaricata di effettuare la bonifica.
Nel corso dell’interrogatorio i magistrati Paolo Abbritti e Mario Formisano, affiancati dal tenente colonnello Alessandro Carrozzo, mostrano il testo di un’intercettazione, avvenuta proprio quella mattina, in cui Duca a proposito di Bocci sussurra al suo interlocutore: «Provvedimenti dice.. probabilmente sarà a settembre… chiudono, invece…». Ma Valorosi corregge il tiro: «Bocci aveva dato indicazioni ma si riferiva sempre alla vicenda del concorso di Medicina interna. Aveva escluso che le indagini fossero dirette all’accertamento dei reati sulla gestione dei concorsi e mi aveva riferito che a settembre si sarebbero solo chiuse senza provvedimenti cautelari, sempre in relazione al concorso di Medicina interna». Quindi la difesa: «Non sono io la fonte da cui Duca ha saputo determinate notizie. Io non ho mai appreso da Bocci di indagini in merito ai concorsi che erano stati banditi dall’Azienda ospedaliera. Come emerge anche dalle intercettazioni quando la Finanza aveva chiesto i documenti relativi ad alcune procedure concorsuali, Bocci, a cui avevo riferito tale circostanza, mi aveva rassicurato dicendo che si trattava di un’indagine autonoma della Finanza o, al più, di un accertamento delegato dalla Corte dei Conti». Valorosi precisa, inoltre, di non aver «mai ricevuto notizie o informazioni riservate da parte dei carabinieri del Nas».
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