Cruijff tende la mano al nemico Van Gaal
«Ho rivisto la nazionale che amo»

Cruijff tende la mano al nemico Van Gaal «Ho rivisto la nazionale che amo»
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Martedì 1 Luglio 2014, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 12:31
L'Olanda vecchia fa buon calcio. Non è proprio così, almeno a sentire che cosa dicono e scrivono nei Paesi Bassi. E', invece, vero, perché i senatori la sorreggono nel nuovo corso: Robben, Sneijder e Huntelaar. In mezzo al guado si ritrova Louis van Gaal. Che, al momento, incassa risultati e critiche. Strano, ma vero. La sua Nazionale fa l'en plein, quattro successi su quattro gare, e va ai quarti. Nessuno però riconosce i meriti al ct. Anzi, sono più le offese. Catenacciaro. Quasi traditore. Perché avrebbe dato le spalle all'impronta Oranje, quella del calcio totale dei favolosi anni '70. I media all'attacco. In difesa del gioco, che non c'è, e non della porta, come fa il nuovo allenatore dello United. I numeri danno ragione a lui: 12 reti segnate. Nessuno è ancora salito così in alto in Brasile. «Ricordo bene quanto dissero i media prima dell'inizio del torneo: sono stati convocati giocatori scarsi che non permetteranno nemmeno di superare la prima fase. Ora, invece, siamo diventati i favoriti...». Come a dire: mettiamoci d'accordo una volta per tutte.



PAROLA DI PROFETA

A firmare la tregua è Johan Cruijff. Nella sua rubrica sul quotidiano De Telgraaf esprime per iscritto tutta la sua gioia per il gioco ritrovato. Parzialmente, però. «Ho finalmente rivisto l'Olanda che amo. I migliori venti minuti di questo mondiale sono stati i nostri nella partita contro il Messico. Questo è il calcio che può offrire la sua incredibile bellezza e che io adoro. Abbiamo mostrato di cosa siamo capaci e spero che la nostra nazionale mantenga il livello del finale di gara di Fortaleza. E' il gioco che mi piace e che dà sempre ottimi frutti». Guarda caso l'ex campione dell'Ajax limita i complimenti. Dal minuto 31, quando entra Huntelaar per van Persie, per lasciare il 4-3-3 scelto al minuto 12, con l'esterno offensivo Depay per il terzino destro Verhaegh, e passare al 4-2-4. Cruijff si gusta la parte finale della ripresa e scarta, senza nemmeno nominarlo, il primo tempo, in cui il suo connazionale, con il 5-3-2, ha scelto la prudenza e il contropiede. Ma perdeva. «A me interessa lo spirito di squadra. L'Olanda ce l'ha. Non basta pensare solo al nostro gioco, ma pure a quello degli altri. Abbiamo modificato tre volte il nostro sistema di gioco. Facendo sempre bene, anche con il quattro-tre-tre». Che rivedremo, senza De Jong. E tutti saranno contenti.



CASO RIENTRATO

Robben, a differenza di De Jong (mondiale forse finito: problema muscolare all'inguine), giocherà il quarto di Salvador, il 5 luglio, contro la Costa Rica. Niente squalifica per simulazione dalla commissione disciplinare della Fifa, rapida a chiarire che, pur avendo sbagliato, l'ala del Bayern ha fatto un gesto meno grave di altri visti qui e soprattutto lo ha subito ammesso, scusandosi, con chiaro riferimento alle bugie di Suarez. Ieri, allo stadio Padinha di Rio (quello del Flamengo), tutta la rabbia di Robben per come la vicenda è stata manipolata: «E' vergognosa l'interpretazione data alle mie parole. Io sono stato molto onesto e questo modo di essere a volte provoca polemiche e perfino punizioni. Ma io preferisco essere sincero. Domenica sera ho detto che nel primo tempo l'arbitro ci aveva dato una punizione quando io ero caduto a terra senza che ci fosse stato fallo, perché il mio avversario aveva tolto il piede. È stato un gesto stupido da parte mia ma ciò non ha nulla a che vedere con l'azione del penalty. Il rigore era chiarissimo e su questo non ci sono discussioni. E un altro c'è stato tolto in precedenza. Tornando all'altra azione, è un peccato e chiedo scusa per il mio comportamento. Ma è bene sottolineare ancora che tutto ciò non ha influito sul risultato della gara». Le frasi di Robben, in mixed zone dopo la partita, erano state strumentalizzate. «Il rigore l'ho lasciato a Huntelaar perché tutti meritano di essere coinvolti» rivela Arien, diventato il più veloce giocatore al mondo: nello scatto con cui, nella gara contro la Spagna, ha seminato Sergio Ramos ha raggiunto i 38 km all'ora (proiezione di 10”28 sui 100 metri).
© RIPRODUZIONE RISERVATA