Giovannini
la busta
il giornalista

di Osvaldo De Paolini
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Lunedì 13 Gennaio 2014, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 18:00
Sar per il colore della busta. Arancione. Ma difficile trovare altre spiegazioni alla presenza di un giornalista del Sole 24 Ore al tavolo convocato dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, per discutere dell'annoso progetto che dovrebbe, tramite l'Inps, assicurare le informazioni di base circa la futura pensione dei lavoratori italiani.



L'argomento non è nuovo. La busta arancione - è quella inviata in Svezia ai lavoratori per informarli circa il loro futuro assegno di pensione - occupa le agende di Inps e Ministero del Lavoro da qualche anno. Il timore in via Veneto e ai vertici Inps è sempre stato uno: simulare la pensione a chi è quasi pronto a incassarla non è un problema. Ma cosa si può dire a chi ha da poco iniziato a lavorare ed ha davanti a sé trent'anni di attività, magari discontinua? Si rischia di dire che l'assegno di pensione sarà modesto?



Il dilemma ha riguardato i ministri Sacconi, poi Fornero, oggi Giovannini. L'attuale titolare del dicastero, dopo aver manifestato qualche perplessità sulla capacità degli italiani di gestire le informazioni numeriche - aveva forse ragione, ma in questi casi sarebbe meglio tacere - si è convinto. Busta arancione sia. Chiede a Inps di preparare un simulatore di calcolo e poi invita al tavolo ministeriale il fior fiore degli esperti in materia previdenziale per discuterne. Tutti professori, come lui. Da Agar Brugiavini a Paolo Onofri, da Tito Boeri a Mauro Marè, da Luigi Guiso ad Antonio Golini. Oltre, naturalmente, ai vertici dell'Inps. Dulcis in fundo il giornalista del Sole esperto di web e di innovazione, Luca De Biase.



Facile immaginare che anche qualche professore trascurato dalla consultazione si possa essere adombrato - un Gianni Geroldi o un Roberto Pizzuti perché non facevano parte del gruppo? - ma i giornali e i giornalisti sono una categoria ancora più smorfiosa. Quando si è saputo che l'unico ammesso era De Biase, nelle redazioni dei giornaloni nazionali sono rimbalzate le domande. E si è diffusa la frustrazione: il ministro non ci ama. Non ci apprezza. Ci discrimina. Poco male. Una categoria che deve vantarsi di avere schiena diritta deve essere orgogliosa di non sedere ai tavoli del potere. Ma a tutti - tranne a Luca De Biase - un po’ gli rosica.



Una consolazione: se le spiegazioni sulla busta arancione saranno inadeguate non sarà più solo colpa dell’Inps o del ministero. Ma anche dei giornalisti. Anzi, di un giornalista, contro cui i colleghi potranno scatenarsi. A prescindere.