Ginnastica, Vanessa Ferrari:
voglia matta di volare

Vanessa Ferrari
di Nino Cirillo
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Sabato 4 Agosto 2012, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 17:23
LONDRA - Cos, giusto per scaldare i muscoli: Vanessa, grazie per essere venuta. E lei, Vanessa Ferrari da Orzinuovi, 22 anni a novembre, finalista olimpica al corpo libero marted prossimo, tra le favorite per la vittoria finale, non fa una piega. Solo un mezzo sorriso che è una smorfia e poi sprofonda imbronciata nella poltroncina del bar del villaggio olimpico. La metamorfosi è evidente: al posto dello scricciolo che volteggiava l’altro pomeriggio in pedana c’è un ragnetto dispettoso. Molto dispettoso. Ascoltare per credere.



Come hai cominciato?

«Mi portò mia madre in palestra».



Quanti anni avevi?

«Sei anni».



L’idea fu di tua madre?

«No, glielo chiesi io».



E via di questo passo, non una parola di più, tecnica abbastanza banale ma efficace, che mette facilmente in difficoltà anche l’interlocutore più ben disposto. Ma perché arrendersi subito? L’hanno trovato il biglietto al tuo fidanzato per la finale del 7?

«Sì, l’hanno trovato».



Come si chiama il tuo fidanzato?

«Si chiama Andrea».



Andrea come?

«Andrea Cingolani, è di Macerata»



È un ginnasta come te?

«Sì, l’ho conosciuto agli Europei di Milano»



Per passare poi alle perle vere, che il ragnetto dispettoso dispensa con voluta spudoratezza, perché ha fretta di chiudere, fretta di andare. Come riesci a mantenere la concentrazione prima delle gare?

«Penso solo agli esercizi».



«Dove sei stata l’ultima volta in vacanza?

«A Tenerife».



E dove andrai dopo queste Olimpiadi?

«A Formentera».



E con chi ci andrai?

«Affari miei».



Guardi tanta tv?

«No, la guardo poco».



Leggi libri?

«Non leggo libri».



E l’ultimo che hai letto?

«Forse non hai capito, non ho mai letto un libro». Ecco, a questo bisognerebbe alzare bandiera bianca e andar via, se non ci fossero al suo fianco due galantuomini, gli angeli custodi abbastanza disperati di questo fenomeno della ginnastica mondiale, una delle più anziane tra le stelle ma che non vuol saperne di crescere. Sono Roberto Pentrella, segretario della federazione, e l’allenatore di Vanessa, Enrico Casella, della gloriosa Brixia di Brescia, la palestra dove bussò quel giorno la mamma bulgara di Vanessa, Galia. «Che vuole - sospira Casella - la conosco da 16 anni...».



Ci provano loro, a questo punto, a salvare il salvabile «perché lei non è cosi, sapesse com’è carina quando vuole» sostiene Casella. E soprattutto a strapparle qualche frase compiuta, da intervista normale, partendo però dal presupposto che «in realtà le piace parlare solo di ginnastica, di quello che fa ogni giorno». E fortunatamente ci riescono. Si ricomincia daccapo.



Vanessa, come stai?

«Mi sento bene, mi sento come mi sarei dovuta sentire a Pechino. Sono alla mia seconda Olimpiade e potrei fare anche la terza. Non credo che accada molto spesso in un mondo come il nostro».



Sacrifici, tanti?

«Quando ero più giovane mi allenavo di più, anche nove-dieci volte la settimana, e tutti allenamenti importanti. Oggi ne faccio sei a settimana, più un paio di richiami leggeri. Il problema è gestire un fisico mutato negli anni. Ero una ragazzina e sono diventata una donna. Pesavo 36 chili e oggi ne peso 8-9 di più. Nella ginnastica, potete immaginarlo, la legge di gravità non fa molti sconti». Eccola, forse questa è la vera Vanessa. Non guarda la tv, non legge libri (ma poi, sarà vero?), però viene facile perdonarle tutti quei capricci. Lei contro il mondo, scricciolo o ragnetto che sia: quando si renderà conto che le vogliono tutti un gran bene?
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