IL VERTICE
La riunione con la quale la dirigenza Bristol Myers Squibb ha reso noto ai sindacato le proprie intenzioni si è svolta ieri mattina, dopo una serie di voci diffusesi negli ultimi tempi; voci che avevano indotto i sindacati a chiedere, appunto, un incontro chiarificatore. Nell’incontro, i rappresentanti dell’azienda hanno espresso le criticità della situazione. Tra queste, i «cambiamenti del business», il «progressivo calo dei volumi». Di qui la decisione di valutare la potenziale vendita ad un altro proprietario. Nel prosieguo dell’incontro, i sindacati hanno chiesto poi dettagli sui potenziali acquirenti e sulla durata del processo che potrebbe portare alla vendita. Premendo perché tutto sia subordinato «alla presentazione di un piano industriale credibile» soprattutto in termini di «sicurezza» per i posti di lavoro attualmente garantiti. L’azienda ha chiarito che già «nei prossimi mesi» consulenti e «potenziali acquirenti» visiteranno lo stabilimento. L’operazione è, in ogni caso, in una fase iniziale; e le pratiche andranno avanti per tutto il 2019. L’azienda ha poi ribadito che «nessuna decisione finale è stata presa» e che «qualunque ipotesi alternativa ad un compratore affidabile che valorizzi le opportunità del sito risulta prematura». Parole che non spazzano però l’incertezza .
LE REAZIONI
I sindacati, a margine dell’incontro, hanno ribadito il loro ruolo di controllo e di monitoraggio costante degli sviluppi dell’intera operazione. Soprattutto, ovviamente, per salvaguardare l’aspetto occupazionale, primario in una zona che, negli ultimi anni, ha perso migliaia di posti di lavoro. «La notizia è arrivata anche a me. Mi risulta che ci sa in ballo due possibili acquirenti, che dovrebbero rilevare lo stabilimento anagnino. Ci auguriamo tutti che i posti di lavoro attualmente garantiti dallo stabilimento possano essere confermati», ha detto nel pomeriggio di ieri il sindaco di Anagni Daniele Natalia.
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