La radioterapia oncologica ha raggiunto risultati insperati fino a qualche anno fa, vivendo una fase di transizione da terapia palliativa a curativa ormai consolidata nella letteratura scientifica. Evoluzione tecnologica, medicina di precisione e protocolli mirati sono gli elementi che consentono oggi alla radioterapia oncologica di essere indicata in oltre il 60% dei casi oncologici e di essere un trattamento radicale per combattere il cancro in oltre il 30% dei casi: un dato importante e consolidato.
Un trattamento che i cittadini possono avere anche all'Ini "Città bianca" di Veroli.
«Ogni paziente è diverso e ogni tumore è diverso.
L'INNOVAZIONE
«L’aggiornamento tecnologico dei macchinari - prosegue Donato - sia diagnostici che terapeutici su tutto il territorio nazionale è davvero molto importante e deve essere un obiettivo di medio periodo. Non è un caso che nel Pnrr per la prima volta sia previsto. Un macchinario all’avanguardia oltre ad una precisione che definirei balistica, consente di ridurre sensibilmente il numero delle sedute nel ciclo. Fino a qualche anno fa, per fare un paragone, occorrevano oltre 35 sedute per il trattamento di un tumore alla prostata. Oggi, per lo stesso tumore, è possibile ridurre a 20 le sedute, ed in casi particolari e selezionati anche a 5. Applicando questo “risparmio” su larga scala, possiamo immaginare quanto si ridurrebbero le liste d’attesa, trattando così molti più pazienti oltre a migliorarne la qualità di vita».
Una radioterapia, fra l'altro, sempre più efficace «In questi ultimi anni stiamo assistendo – conclude il medico – a un vero cambio di paradigma nella cura dei tumori che mette in campo tutte terapie disponibili, anche le più innovative, per raggiungere un obiettivo comune: il benessere del paziente. È questa, oggi, la vera sfida. Studiare la migliore strategia di cura per poi adattarla non ‘ai’ pazienti ma ‘al’ paziente. La radioterapia, come le altre terapie oncologiche, si sta affacciando al futuro prossimo con grande fiducia per riuscire a identificare, grazie alla genomica e all’intelligenza artificiale, i pazienti che maggiormente gioveranno del trattamento».