Qualità e ricerca:
il Polo Chimico
resta un'isola felice

L'interno della Sanofi di Anagni
3 Minuti di Lettura
Sabato 31 Agosto 2019, 21:15
C’è un Polo, quello chimico, che rappresenta una delle eccellenze del Basso Lazio. «Siamo il primo distretto, in Italia, per l’export (soprattutto prodotti farmaceutici)» precisa Enzo Valente (Ugl).
Una realtà che ha, come punte di diamante, due importanti realtà: la «Sanofi» e la «Thermo Fisher». 
La prima produce prevalentemente farmaci sterili in forma liquida e liofilizzata, anche per altre aziende, e alcuni vaccini per Sanofi Pasteur. Fondato nel 1973, lo stabilimento di Anagni rappresenta un centro di eccellenza a livello europeo per la produzione di farmaci sterili iniettabili (liquidi in fiale e flaconi liofilizzati).
La Thermo Fisher (con sede a Ferentino) è una società di sviluppo di prodotti biotecnologici americani con sede a Waltham, Massachusetts, creata nel 2006 dalla fusione di Thermo Electron e Fisher Scientific.
LO STUDIO
Un recente studio, reso noto dal sindacato, lancia un segnale di allarme nel settore chimico del Lazio, che conta 18 mila addetti e 300 aziende, per lo più farmaceutiche, sparse tra Latina (Pomezia) e Frosinone (Anagni-Ferentino).
LE CAUSE
Le cause? Brevetti scaduti dei farmaci e generici che avanzano, la competizione di India, Egitto e Cina (dove i costi sono sensibilmente inferiori) e gli antitumorali per i quali la ricerca è concentrata negli Usa, ma la produzione in Romania e la distribuzione in Italia. 
«L’allarme - commenta Enzo Valente (Ugl) - è senz’altro valido per le altre realtà laziali, ma non certo per le aziende del Frusinate. Anzi, posso dire, con estrema serenità, che il nostro distretto è davvero un’isola felice, sia per quanto riguarda le eccellenze prodotte, sia per quanto riguarda i rapporti interni, negli stabilimenti. Non esagero se dico che la conflittualità rasenta lo zero, mentre le relazioni sindacali sono senz’altro avanzate. E lo dico come segretario del sindacato più presente nel Chimico in provincia di Frosinone».
«Certo - prosegue Valente - nei prossimi 5 anni molti farmaci, alla scadenza dei brevetti, saranno fuori mercato. Ma questa è una condizione che le nostre aziende conoscono perfettamente, perchè sanno bene che chi non si adegua, e non investe in ricerca, rimane tagliato fuori dal mercato».
E chi investe molto, in ricerca, è la «Sanofi» di Anagni che non viene minimamente sfiorata dall’importazione di prodotti dall’India, Egitto e Cina. Primo, perchè la «Sanofi» non produce farmaci generici ma ha un portafoglio di farmaci molto ampio in varie aree terapeutiche (dal diabete al cardiovascolare, dall’oncologia alle malattie rare, dai prodotti di automedicazione ai farmaci per le patologie autoimmuni); secondo perchè i prodotti sono di alta qualità, per la maggior parte frutto della ricerca interna dei laboratori «Sanofi» (anche se sono attive varie collaborazioni con aziende biotech).
I DATI
Per la cronaca il Lazio ospita da decenni le più grandi firme del farmaco (molte arrivate grazie ai fondi della Cassa per il Mezzogiorno): Merck Serono, Sigma Tau, Menarini, Pfizer, Wyeth, Abbott, Sanofi, Catalent... I prodotti chimici sono al primo posto nelle esportazioni: oltre i 5 miliardi di euro all’anno. Ma per la Ciociaria l’«isola felice» gode di ottima salute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA