Presunta frode con i rifiuti organici, il Comune di Frosinone chiede un milione e mezzo di euro di danni alla Saf

Presunta frode con i rifiuti organici, il Comune di Frosinone chiede un milione e mezzo di euro di danni alla Saf
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Giovedì 1 Luglio 2021, 11:37

Operazione Maschera: l’udienza che c’è stata ieri al Tribunale di Roma si è risolta con un nulla di fatto, ma diversi Comuni, insieme alla Regione Lazio, hanno chiesto la costituzione di parte civile in relazione alla presunta frode in pubbliche forniture contestata alla Saf, la società che gestisce l’impianto di Colfelice, per il trattamento dei rifiuti organici. In pratica, secondo le accuse, i Comuni pagavano per il trattamento dell’umido, ma questo senza essere lavorato e con un trattamento inadeguato sarebbe stato portato in discarica. Secondo l’accusa il danno prodotto sarebbe stato in tutto di circa 6 milioni di euro.

Tutti i Comuni della provincia e la Regione Lazio sono stati citati come parte offese.

Ma ieri la richiesta di costituzione è stata presentata solo dai Comuni di Atina, Cassino, Cervaro, Frosinone, Pontecorvo, Roccasecca, Colle San Magno, Colfelice, Fontechiari, Isola del Liri, Posta Fibreno, Monte San Giovanni Campano. A presentare la richiesta di danni più ingente, pari a circa un milione e mezzo di euro, è stato il Comune capoluogo. Ha chiesto di costituirsi parte civile, come privato cittadino, l’avvocato Enrico Pavia di Alatri. Un’iniziativa in contestazione con la mancata richiesta del Comune di Alatri di costituirsi parte civile. 

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 3 novembre per difetto di notifica ad alcuni Comuni e imputati, in tutto 31. È stato disposto lo stralcio per le posizioni di Mauro Vicano, Cesare Fardelli, e l’ingegner Suppressa (difesi dagli avv. Salera, Marandola e Marzi) per consentire le nuove notifiche.

Il processo (scaturito da un’inchiesta dei carabinieri forestali coordinata dalla Dda di Roma), oltre alla presunta fronde con i rifiuti organici, riguarda anche le presunte irregolarità nell’analisi, nella classificazione e quindi nello smaltimento dei rifiuti pericolosi, catalogati come non pericolosi a fronte di analisi non esaustive. Ciò avrebbe fatto risparmiare nei costi per il loro smaltimento, per lo più nella discarica di Roccasecca della Mad. Con l’accusa di traffico illecito di rifiuti sono a processo i titolari di numerosi aziende che si occupano del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.

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