Rifiuti ciociari portati nella discarica di Viterbo, rischio salasso per i Comuni: ecco perché

Rifiuti ciociari portati nella discarica di Viterbo, rischio salasso per i Comuni: ecco perché
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 23 Aprile 2021, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 13:27

La provincia di Frosinone, che negli ultimi cinque anni si è fatta carico di sopperire alla carenza di impianti di Roma, si ritrova ora senza discarica a causa della chiusura del sito di Roccasecca della Mad e finisce a sua volta in emergenza. Ma oltre alla beffa, quale sarà il danno? Alla fine quanto costerà portare i rifiuti fuori provincia? Si preannuncia una stangata per i Comuni? Probabile.

I TRASPORTI

Prima di tutto ci sono i costi viv, quelli per il trasporto.

I rifiuti indifferenziati trattati dalla Saf di Colfelice finiscono per la gran parte nella discarica di Viterbo della Ecologia Viterbo, e per la restante in quella di Civitavecchia, sempre della Mad.

La distanza tra l'impianto Saf e la discarica di Viterbo è di 193 chilometri (fonte Google Maps). Circa 400 chilometri tra andata e ritorno. Si cercherà di ottimizzare al massimo i viaggi, ma le distanze come minimo sono triplicate rispetto a quando i rifiuti venivano portati a Roccasecca. Questo significa che si moltiplicheranno i costi per carburante, ore di lavoro degli addetti, usura dei mezzi. Il problema degli extracosti è stato posto dal presidente della Provincia Antonio Pompeo nel corso di un incontro con l'assessore regionale ai rifiuti Massimo Valeriani, il quale ha preso nota della questione e assicurato che valuterà il da farsi. Ad oggi non c'è nulla di scritto.

LA TARIFFA

Nero su bianco invece, nell'ordinanza firmata martedì dalla Regione, è stata messa la questione della tariffa. Per conferire i rifiuti nella discarica di Viterbo, la Saf paga la stessa tariffa che pagava alla Mad: 66 euro a tonnellata. Ma nell'ordinanza della Regione si aggiunge: «Fatti salvi i conguagli». Che significa? Significa che la tariffa applicata è provvisoria e legata alla durata dell'ordinanza (fino al 30 giugno), nelle more dell'adeguamento della stessa tariffa chiesto alla Regione da Ecologia Viterbo. E quando questo accadrà, con l'effetto inevitabilmemte retroattivo, c'è il rischio di dover saldare la parte restante. Anche in questo caso il conto per i Comuni della provincia di Frosinone rischia di essere salato.

IL FRONTE DEI SINDACI

Intanto i sindaci di Frosinone, Viberbo e di Civitavecchia (Nicola Ottaviani, Giovanni Maria Arena e Ernesto Tedesco) fanno quadrato contro l'emergenza. «Il modello del trasferimento di rifiuti di Roma, voluto dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, - scrivono - non è più accettabile sia per il rispetto dell'autosufficienza dei territori sia per la salvaguardia della salute dei cittadini». Per questa ragione i tre sindaci chiedono di affidare la gestione del ciclo dei rifiuti del Lazio ad un commissario ad acta per colmare «una crisi impiantistica che persevera da anni».

In realtà un commissario ad acta, con lo stesso incarico richiesto ora dai sindaci, è stato già nominato a gennaio scorso dal Tar (nella persona di Laura D'Aprile, direttore della Direzione Economia circolare del Ministero dell'Ambiente) in risposta a un ricorso di Rida Ambiente di Aprilia. I termini per la presentazione del piano richiesto dal Tar sono scaduti lo scorso 18 aprile.

LA PROVINCIA

Sul caso rifiuti interviene anche il presidente dalla Provincia Pompeo: «L'emergenza è frutto della non autosufficienza di Roma. La provincia di Frosinone avrebbe avuto un ciclo virtuoso di smaltimento fino al 2026 se non avesse dovuto lavorare rifiuti provenienti da altri Ato. Ed è proprio sulla necessità dell'autosufficienza di ciascun Ato che da tempo ho insistito. Quanto all'individuazione delle aree idonee ad ospitare il nuovo sito sul territorio provinciale, la prossima settimana avremo un incontro con il Politecnico di Torino, al quale abbiamo affidato uno studio ad hoc che sarà completato entro un anno. La documentazione verrà poi trasmessa alla Regione che ha la competenza sull'individuazione del sito».
 

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