La bomba sociale dietro la pandemia: quintuplicati i pasti serviti alla mensa della Caritas

La bomba sociale dietro la pandemia: quintuplicati i pasti serviti alla mensa della Caritas
di Matteo Ferazzoli
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Venerdì 7 Maggio 2021, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 10:37

Può sembrare scontato avere, nelle proprie abitazioni, il gas, la corrente o la luce. O avere il cibo necessario per sfamarsi. Per molte persone, invece, scontato non lo è affatto. E, in molti casi di estrema difficoltà, l’unica cosa che resta da fare è chiedere aiuto. Perché, come ribadito anche da Papa Francesco: «nessuno si salva da solo».

Sono tragici i dati resi noti ieri dalla Caritas, nel suo rapporto annuale del 2020, relativo ai numerosi interventi messi in atto dalla Caritas Diocesana Frosinone- Veroli- Ferentino - che coinvolge 21 comuni della provincia frusinate- in aiuto delle persone più in difficoltà. Una Caritas che non ha mai chiuso, in nessun momento del 2020.

Dal monitoraggio, si arriva a contare che, nel corso del 2020, sono 1900 le persone “impoverite”, ossia quelle che prima della pandemia non si erano mai rivolte ai servizi diocesani o che, pur essendo nella rete di assistenza, hanno visto peggiorare in maniera drammatica la loro condizione.

Nei centri d’ascolto della Caritas  l’aumento delle famiglie sostenute nel 2020 è stato del 250% rispetto al passato. Si è passati da circa 850 famiglie nel 2019 ad oltre 2100 nuclei nel 2020. La Caritas stima che le persone raggiunte dalla solidarietà nei centri di ascolto arrivano ad essere, in totale, 7500. Tra l’altro, le famiglie che hanno chiesto aiuto, in prevalenza sono formate da persone italiane. Di queste, 1 su 2 non aveva mai chiesto aiuto alla Diocesi prima del 2020.

E dice bene Marco Toti, direttore della Caritas diocesana, nel corso della conferenza stampa di ieri mattina, in cui è stato presentato “L’osservatorio Caritas 2020”: «Questi non sono solo numeri. Noi dobbiamo immaginare che dietro ogni numero c’è una persona concreta, una famiglia, una mamma o un papà, un bambino od un anziano».

Gli fa eco anche il Vescovo Ambrogio Spreafico che ha affermato: «Siamo in un mondo globale ma tanto frammentato, gli “io” sono diventati di una prepotenza incredibile. Qui emerge, invece, che noi cristiani ci siamo stancati di tanti “io” contrapposti e vogliamo essere un “noi”».

E se la situazione del 2020 è drammatica, nonostante ci siano stati alcuni blocchi imposti dal Governo, come gli sfratti od i licenziamenti, nel 2021, la situazione è molto preoccupante.

Lo spiega lo stesso Toti: «La situazione ora forse si è estremizzata. Chi nel 2020 aveva qualcosa da parte e l’ha utilizzata nella difficoltà momentanea, adesso, se la situazione lavorativa personale non è migliorata, ha però utilizzato quello che aveva da parte. Ci sono sostegni statali e questo ha aiutato. Ma non coprono tutti i casi di ogni singola persona». Il Vescovo Spreafico, quindi, interviene: «Emerge anche la piaga del lavoro in nero o dello sfruttamento lavorativo, ingiustizie nascoste, fatte come se fossero normali».

Ed è proprio nella mancanza di lavoro il problema principale. La quasi totalità delle persone che si rivolge alla Caritas, circa il 97% è disoccupato o vive in una condizione di sotto impiego. Ed è in forte crescita, con il 16% in più, il numero di uomini che si rivolgono alla Caritas.

Emblematico il dato della mensa della Comunità di Sant’Egidio, in viale Mazzini. Se nel gennaio 2020, infatti, la media dei pasti era di 60 al giorno, tra giugno e luglio si è arrivati a 310 pasti al giorno. Ed ancora, nei 30 centri parrocchiali della Diocesi di Frosinone- Veroli – Ferentino, luoghi di prossimità in cui sono svolte anche operazioni di distribuzione di genere alimentari e di prima necessità, nel 2020 sono state aiutate 5721 persone. Di queste, circa 1700 nel solo capoluogo frusinate.

Non tutto, però, è ormai perduto: «È importante avere una presa di coscienza – ha spiegato Toti- sul fatto che la Chiesa ha cercato di andare incontro alle persone in difficoltà. L’aspetto di unità, di solidarietà e di vicinanza ci dà la speranza per affrontare il futuro». Il Vescovo, quindi, ha ribadito: «In questo tempo difficile, la Chiesa e anche altre associazioni e persone che non avevano a che fare con le parrocchie si sono messe a disposizione per gli altri».

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