Romina uccisa, la confessione dell'ex: «L'ho strangolata e poi colpita con il coltello che mi aveva regalato»

Romina uccisa, la confessione dell'ex: «L'ho strangolata e poi colpita con il coltello che mi aveva regalato»
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 7 Maggio 2022, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 12:20

Aveva un quadernone su cui annotava tutte le discussioni con Romina, era ossessionato da quel rapporto durato dieci anni e ormai arrivato al capolinea. Poi un nulla ha fatto scattare la furia omicida. «Abbiamo litigato per niente, l'ho presa al collo, l'ho strattonata e l'ho ammazzata». Così Pietro Ialongo, il 38enne originario della provincia di Isernia, ha ricostruito il brutale omicidio dell'ex fidanzata Romina De Cesare, 36 anni, nell'appartamento che alcuni mesi fa avevano preso in affitto in via del Plebiscito, nel centro storico di Frosinone.

Dopo essere stato fermato dai carabinieri il pomeriggio del 3 maggio mentre vagava nudo e in stato confusionale sul lungomare di Sabaudia, nei pressi di Torre Paola, Ialongo è stato interrogato daii pm Barbara Trotta e Claudio De Lazzaro e ha ripercorrso non solo i momenti più brutali dell'uccisione della ragazza, ma anche le ossessioni che caratterizzavano il rapporto.

Tormenti che Ialongo annotava in  un diario in cui riportava le discussioni con l'ex fidanzata. «Volevo far vedere quel quaderno ai miei genitori, che hanno sempre sostenuto Romina», ha detto ai magistrati.

Romina aveva intrapreso una nuova relazione, ma i due continuavano a condividere l'appartamento nel centro storico di Frosinone. La ragazza, il giorno dopo l'omicidio, avrebbe lasciato la casa per andare a convivere con il nuovo compagno, una guardia giurata di Alatri. La rottura tra i due era avvenuta in maniera apparentemente consensuale, ma la gelosia ha agito nella mente di Ialongo come un tarlo, poi la discussione per una sciocchezza, pare una questione legata a un'auto intestata alla ragazza, ha fatto scattare la furia assassina.

 «L'ho uccisa con le mani e alla fine con il coltello che mi aveva regalato a Parigi. Io avevo la mania da quando ero bambino di portarmi dietro il coltello». Prima di essere accoltellata, Romina è stata strangolata: «Dopo averle stretto le mani al collo - ha aggiunto Ialongo - avendo visto che ancora respirava e temendo che mi avrebbe denunciato, ho deciso di darle delle coltellate. Forse è stato il modo in cui mi parlava ad avermi innervosito».

Dopo essersi reso conto di quello che aveva fatto, Ialongo ha tentato di suicidarsi: «Mi sono messo delle fascette al collo e ho iniziato a tagliarmi con il coltello sulle braccia». Una volta uscito di casa,  ha raccontato ai pm, si è gettato nel fiume Sacco, poi ha tentato di togliersi la vita anche quando è arrivato a Torre Paola, fino a quando non è stato fermato dai carabinieri mentre, in quegli stessi frangenti, nell'appartamento di Frosinone Romina veniva trovata in una pozza di sangue senza vita.

Venerdì 6 maggio Ialongo è stato interrogato dal gip del tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Sabato 7 maggio, alle ore 16, nelle chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo, la comunità di Cerro a Volturno, in provincia di Isernia, darà l'ultimo saluto a Romina. E domenica sempre a Cerro si terrà una fiaccolata contro la violenza sulle donne.

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