Marocchinate, la storia di padre Enrico Jannoni, ucciso a Vallecorsa per aver difeso delle donne

Marocchinate, la storia di padre Enrico Jannoni, ucciso a Vallecorsa per aver difeso delle donne
di Vincenzo Caramadre
2 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Giugno 2020, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 17:13
Storie atroci, che, se pur lontane negli anni, fanno rabbrividire. Sono storie di Marocchinate, le atrocità commesse nel 1944 in Ciociaria dalle truppe Marocchine - soldati coloniali francesi -, guidate dal generale Alphonse Juin che diede ai suoi soldati cinquanta ore di libertà.



“Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete”. Questo comunicato in tempo di guerra viene attribuito al generale Juin.

Ora dagli archivi di Stato emerge una nuova storia di atrocità. E' la storia di un sacerdote padre Enrico Jannoni,  missionario dell’ordine religioso dei Redentoristi, fucilato il 20 maggio 1944 a Vallecorsa (Frosinone). Tentò di difendere alcune donne che stavano per essere violentate.

“Padre Enrico Jannoni si trovava a Vallecorsa, dove era nato, per far visita alla mamma e ai parenti – racconta Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione Nazionale vittime delle marocchinate – in contrada Farna si imbatté in un gruppo di militari magrebini francesi che stavano tentando di abusare sessualmente alcune donne italiane. Questo suo gesto di coraggio gli costò la vita”.

L’Associazione ormai da diversi anni sta ricostruendo il drammatico spaccato storico spulciando importante documentazione redatta da un’apposita commissione, sui crimini commessi in Italia dalle truppe francesi, che risale al 1945. Documenti che dovevano essere calati sui tavoli internazionali per inchiodare alle proprie responsabilità le truppoe marocchine, ma che sono rimasti negli archivi. Per anni. 

“Ci siamo chiesti - ha spiegato Ciotti - perché fu data carta bianca ai soldati per lo più musulmani e siamo arrivati ad un’importante  conclusione storica: i francesi non hanno mai digerito la dichiarazione di guerra pronunciata il 10 giugno 1940. E' stata definita una pugnalata alle spalle. C’è anche una motivazione per la quale i soldati marocchini hanno violentato e brutalizzato la popolazione: nel codice di islamico che il bottino di guerra”.

Sempre l’associazione Nazionale vittime delle marocchinate ha portato alla luce, qualche tempo fa, un’altra storia, già nota di una donna di Cassino uccisa e bruciata. Altro sacerdote, vittima delle truppe del generale Juin è stato, come noto, don Alberto Terilli. Parroco della chiesa di Santa Maria di Esperia, aveva nascosto alcune donne in sagrestia scoperto fu violentato in piazza: pochi giorni dopo morì.
© RIPRODUZIONE RISERVATA