Provinciali Frosinone, sfida per il nuovo presidente: duelli nei partiti

Provinciali Frosinone, sfida per il nuovo presidente: duelli nei partiti
di Stefano De Angelis
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Domenica 18 Dicembre 2022, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 14:34


È stata una settimana intensa, frenetica. Riunioni, cene e una raffica di telefonate. Nel mezzo calcoli e previsioni. Per partiti e gruppi civici è andato in archivio anche il giorno della vigilia, quello delle ultime mosse per tentare di ricucire le distanze, consolidare alleanze e, magari, stringerne di nuove in extremis. Insomma, per smuovere e, se possibile, rimescolare un po' lo scacchiere. Ora, però, non resta che attendere il verdetto per verificare la riuscita delle manovre e delle diplomazie. Tra divisioni e fratture nelle coalizioni, è arrivato il giorno del voto per eleggere il presidente della Provincia. Resterà in carica fino al 2026. Sarà un'elezione a suffragio ristretto, aperta soltanto ai 1.147 amministratori dei 91 Comuni e chiusa, invece, ai 465mila cittadini. Si potrà accedere al seggio fino alle 20, poi inizierà lo spoglio: in serata il verdetto e domani la Ciociaria si sveglierà con un nuovo presidente di piazza Gramsci.

LA SFIDA
Chi trepida e spera di indossare la fascia blu sono i tre contendenti: i sindaci di Frosinone, Sora e Arce, rispettivamente Riccardo Mastrangeli, Luca Di Stefano e Luigi Germani. Sarà uno di loro a succedere ad Antonio Pompeo (Pd), che lascia dopo due mandati.

Per tutti l'obiettivo è lo stesso: vincere. Per motivi diversi. Mastrangeli non punta soltanto a scalzare il centrosinistra dallo scranno più alto dell'ente sovracomunale, ma a dare prova che la Lega è presente, ha i numeri e può essere decisiva nella coalizione provinciale, divisa in tre tronconi.

E confida nella leva della maggioranza di centrodestra del capoluogo.

Per Di Stefano, invece, è una doppia occasione: far tornare protagonisti il Sorano e la Val di Comino sulle scena politica e provare a ritagliarsi uno spazio nell'orbita del centrosinistra, anche in vista di altri appuntamenti elettorali e di un futuro riassetto del Pd, frammentato in blocchi.

Per Germani la sfida ha un duplice sapore: testare il gradimento dopo una longeva vita da amministratore (è sindaco per la sesta volta e siede in assise da 47 anni) e dimostrare che lui, forte della sua rivendicata propensione al dialogo, è la sintesi ideale in chiave territoriale e politica. Nel primo caso per cercare di attrarre consensi dai piccoli centri e da quelli del centro-sud della provincia (anche lui proviene da un comune di 5mila abitanti e situato in quella zona), nel secondo per fare da collante di uno schieramento trasversale, che vede alleate anime del Pd e di FdI.

LE ALLEANZE
I tre aspiranti hanno tutti un profilo civico, anche se sono in quota a poli contrapposti: Mastrangeli è vicino alla Lega, Di Stefano è stato appoggiato dal Pd alle Comunali, Germani è da sempre nell'alveo del centrosinistra (militava nel Pd fino al 2021). Sia il centrodestra sia il Pd arrivano al voto spaccati.

Mastrangeli è sostenuto da Lega, con in testa il deputato Ottaviani e il consigliere regionale Ciacciarelli, parte di Forza Italia (quella rappresentata dall'assessore del capoluogo Piacentini), sindaci e forze civiche. Di Stefano è supportato da amministratori non solo delle valli del Liri e di Comino, dalla corrente dem guidata dal leader del partito Francesco De Angelis (di fatto, dunque, dalla federazione Pd), da indipendenti ed esponenti del Terzo polo. Anche se Azione, con il segretario Antonello Antonellis, ha lasciato libertà di voto ai suoi (lo stesso hanno fatto i socialisti). Al fianco di Germani si sono schierati i vertici di Fratelli d'Italia, il pezzo del Pd che fa riferimento a Pompeo e che ingloba anche il sindaco di Cassino Salera, gruppi neutrali (in prima linea quello rappresentato dal consigliere Luigi Vacana) e un'ala di Forza Italia, tra cui il sindaco di Anagni, Natalia. Questo, almeno, lo scenario emerso.

È una sfida vera, non solo tra centrodestra e centrosinistra, ma anche tra forze politiche della stessa coalizione e tra leader di correnti. Da una parte il duello tra FdI e Lega, tra i deputati Ruspandini e Ottaviani, dall'altra quello tra De Angelis e Pompeo. Nel mezzo il derby in FI. Dal verdetto dipenderanno dinamiche e gerarchie, il tutto alla vigilia delle Regionali. Sotto la lente anche gli equilibri in alcune maggioranze comunali: fari su Frosinone, Cassino e Anagni.

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