Ingegnere di Fiuggi detenuto in Africa, chiesta cauzione da un milione di euro per Maurizio Cocco: lo sciopero della fame

Domani, presso l'ambasciata italiana in Costa d'Avorio, si discuterà la domanda di libertà presentata dal vice console italiano

L'ingegnere Maurizio Cocco detenuto in Africa da due anni e la moglie Assunta Giorgili
di Annalisa Maggi
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 07:56

Ingegnere detenuto in Costa d'Avorio, sciopero della fame e una cauzione da un milione e mezzo di euro. Sono gli ultimi sviluppi del caso del professionista sessantunenne di Fiuggi, Maurizio Cocco, detenuto dal giugno del 2022 nella casa circondariale di Abidjan in Costa d'Avorio.

È la moglie di Maurizio, Assunta Giorgilli, a riferire gli ultimi sviluppi di una vicenda incredibile, un incubo iniziato quasi due anni fa. L'uomo era stato arrestato con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti o sostanze psicotrope e riciclaggio di denaro. Per queste accuse è stato prosciolto ma i magistrati ivoriani, dopo la chiusura delle indagini, gli hanno contestato la frode fiscale.

«Agli atti del giudizio - spiegano gli avvocati Pasquale Cirillo e Angelo Testa - non risulta alcuna denuncia da parte dell'organo competente che attesti i fatti contestati per frode fiscale da parte dell'amministrazione, ragion per cui il mantenimento della misura cautelare appare pretestuosa, oltre che illegittima».

Maurizio Cocco, dunque, continua a rimanere in carcere «una struttura progettata per ospitare 1.500 persone ma che attualmente conta più di 12.000 residenti, in condizioni deplorevoli e in totale violazione dei diritti umani» denunciano i suoi legali che hanno scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni e ai ministri della giustizia Carlo Nordio, degli affari esteri Antonio Tajani e degli interni Matteo Piantedosi, oltre che all'ambasciatore e al console d'Italia ad Abidjan chiedendo un loro intervento.

Al momento l'unico modo per uscire dal carcere sarebbe pagare una cauzione di 1 milione e 500mila euro.

«Una somma assurda che non abbiamo né noi qui in Italia spiega Assunta Giorgilli né tantomeno lui in Costa d'Avorio. In ogni caso, se pure pagassimo, uscirebbe dal carcere ma i capi di imputazione non decadrebbero, mentre mio marito - dichiara - non ha commesso ciò che gli viene contestato».

Maurizio Cocco è allo stremo delle forze, pesa 40 chilogrammi, va avanti con il cibo e i soldi che gli arrivano dalla sua famiglia tramite una persona del posto. È stato lui stesso a scrivere una lettera nella quale descrive le condizioni disumane in cui sta vivendo e annuncia di voler cominciare lo sciopero della fame: «lo poterò avanti - dice - fino a quando le istituzioni italiane non si adopereranno in maniera concreta per liberarmi da questa vicenda surreale».

Finora tutti gli appelli della famiglia sono caduti nel vuoto. Domani, presso l'ambasciata italiana in Costa d'Avorio, si discuterà la domanda di libertà presentata dal vice console italiano e depositata anche in tribunale. «Mi auguro che l'ambasciatore intervenga -  dichiara Assunta Giorgilli - sollevando la questione dell'applicazione delle leggi ivoriane».

La moglie di Maurizio Cocco chiede, in particolare, l'intervento del governo italiano. «Mi domando perché i vertici dello Stato sono intervenuti per Ilaria Salis (l'insegnante di Monza detenuta nelle carceri ungheresi ndr.) dopo l'appello del padre che ha sollevato il caso sui media nazionali mentre per mio marito no. Mi appello al governo italiano sono le sue parole accorate - perché mi aiuti. Per richiamare la loro attenzione sono disposta anche a incatenarmi davanti al Parlamento».

La Farnesina per la verità è intervenuta, al punto che domani ci sarà l'udienza in ambasciata e occorre ricordare che si tratta di una situazione complessa.

PARLA BACCARINI

A Fiuggi, intanto, cresce l'apprensione per le sorti dell'ingegnere. «Ci siamo mossi all'inizio istituzionalmente sono le parole del sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini - attenzionando la vicenda a La Farnesina. Continuiamo a seguire il caso, che si è rivelato particolarmente complesso, tramite la famiglia. Immaginiamo quali possano essere le condizioni detentive nelle quali si trova e, anche per questo, ci auguriamo che il nostro concittadino possa tornare presto a casa».
 

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